La facciata del Seminario torna all’antico splendore
Riemergono gli stucchi bianchi, le grondaie di rame brillante, il color grigio azzurro delle specchiature tra le finestre: la settecentesca facciata sud del Seminario maggiore, in via Xavier de Maistre ad Aosta, risplende di una nuova luce. Infatti da mercoledì scorso, 29 settembre, sono iniziate le operazioni per smontare i ponteggi che l'avvolgevano. «La facciata nobile del palazzo è stata oggetto di un complesso intervento di restauro. - spiega Roberta Bordon, direttrice dell'Ufficio beni culturali ecclesiastici della Curia vescovile - Quest’ultimo è iniziato nel mese di luglio 2020 ed è volto al consolidamento e risanamento degli intonaci e al recupero della preziosa decorazione a stucco che caratterizza l’edificio e lo qualifica come il più rappresentativo per l’architettura del Settecento dell’intero tessuto urbano». Il progetto di restauro è stato elaborato nel 2018 da un gruppo di lavoro costituito dall’ingegnere Michele Cuzzoni di Pavia, dall’architetto Paola Coppi di Milano e dalla restauratrice Novella Cuaz di Aosta, per una spesa totale di 315.000 euro. L'importo sarà coperto per oltre 213.000 euro da un contributo regionale, mentre altri 36.000 euro provengono dalla Fondazione Crt di Torino nell’ambito del bando “Cantieri di restauro 2020”. I lavori sono svolti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta. La restauratrice Novella Cuaz di Roisan, accreditata dal Ministero dei beni culturali, li ha realizzati e coordinati, con la sua squadra composta da Emanuela Bertoli, Marta De Marchi, Michela Ravasio, Erika Favre, Margherita Scandolera, e con l’aiuto del decoratore Arben Beleshi.
L'intervento di pulitura, sui circa 750 metri quadrati della facciata, ha permesso di rimuovere depositi e stuccature precedenti ed elementi metallici arrugginiti, poi di consolidare gli intonaci, che a volte cadevano, integrando le parti di stucchi mancanti, tra cui un terzo dell’imponente cornicione e la sporgenza del pilastro orientale. Gli stucchi sono poi stati completati con la stesura di un protettivo. Tra i ponteggi, che a poco a poco spariranno, fa capolino una meridiana che torna anch'essa all'antico splendore. «La presenza della meridiana in facciata - evidenzia Roberta Bordon - ha richiesto il coinvolgimento di un esperto di gnomonica, il geometra Luigi Ghia, che insieme al fabbro Livio Mognol ha ricostruito l’articolata struttura in ferro di inizio Ottocento, che era andata in parte perduta, funzionale all’indicazione delle ore, delle mezz’ore e dei due solstizi, autunnale e primaverile».