“La Dichiarazione di Chivasso: storia, attualità, prospettive”: 80 anni dopo, le sfide

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Sabato prossimo, 2 dicembre, alle 16, nel Salone Maria Ida Viglino di Palazzo regionale si svolgerà la conferenza “Carta di Chivasso: storia, attualità, prospettive”, dedicata all’80esimo anniversario della Dichiarazione delle Popolazioni Alpine avvenuta a Chivasso il 19 dicembre 1943. L’evento è promosso dalla Presidenza della Regione, dall’Università della Valle d’Aosta, dall’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta e dalla Fondation Émile Chanoux. Si tratta del secondo degli eventi organizzati nell’ambito delle celebrazioni dell’80esimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e della Autonomia della Valle d’Aosta previsti dalla legge regionale 14 del 2023 approvata dal Consiglio Valle.

Nell’incontro di sabato 2 dicembre porterà i saluti istituzionali - tra gli altri - Mario Leone nella sua qualità di Direttore dell’Istituto di studi federalisti Altiero Spinelli.

Corrado Binel dell’Istituto Storico della Resistenza e Manuela Ceretta rettrice dell’Università della Valle d’Aosta, introdurranno e concluderanno l’evento che sarà animato da tre relatori. Si tratta di Michele Vellano ordinario di Diritto dell’Unione europea dell’Università di Torino con un intervento dal titolo: “Il ruolo degli enti locali nel presente e nel futuro dell’integrazione europea”; Daniela Preda direttrice del Dipartimento di scienze politiche e internazionali dell’Università di Genova e del Centro interuniversitario di ricerca sulla storia del federalismo e dell’integrazione europea con un intervento dal titolo: “Federalismo e autonomia: la Carta di Chivasso”; infine Pier Paolo Portinaro, ordinario di filosofia politica dell’Università di Torino con un intervento dal titolo: “Federalismi reali e federalismi possibili”.

“Domenica 19 dicembre 1943 - spiega Corrado Binel - un piccolo gruppo di persone, rappresentanti del mondo valdese e della Resistenza valdostana, ma anche di una parte dell’area politico-culturale del federalismo italiano, si incontra a Chivasso, in casa del notaio Edoardo Pons, per redigere una “dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine” nella quale intendono condensare le loro aspettative circa un futuro assetto dell’Italia capace di garantire una ampia autonomia politico-amministrativa ma anche culturale e economica a quelle comunità alpine che storicamente sono portatrici di una originalità linguistica, religiosa e storico-culturale. La “Carta di Chivasso” esprime in questo senso l’auspicio che alla fine della guerra possa nascere un’Italia profondamente diversa da quella che è andata progressivamente costruendosi tra il 1861 e lo scoppio della Seconda guerra mondiale. La “Carta di Chivasso” si esprime con forza in favore di un regime “Federale repubblicano a base regionale e cantonale” che sia fedele allo “spirito migliore del Risorgimento”. In quegli stessi giorni del ’43, prendevano corpo le prime formazioni della Resistenza italiana; le prime azioni concrete di una battaglia a tutto campo: militare, culturale e politica contro il regime fascista. Da allora ad oggi sono trascorsi 80 anni che probabilmente non hanno eguali nella storia dell’umanità: trasformazioni tecnologiche, industriali, politiche, sociali e culturali a livello globale. Una riflessione oggi, su questi temi, - conclude Corrado Binel - non può che essere ancora, una riflessione sul nostro possibile ruolo di piccola regione alpina”.

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