La cultura Walser nel patrimonio dell’Unesco A Gressoney la delegazione per la candidatura
L’idea parte da lontano, con un progetto avviato due anni fa che ora riceve il sostegno anche del Governo italiano. Si tratta della candidatura della cultura Walser a patrimonio dell’Unesco, un riconoscimento che permetterebbe di valorizzare e preservare un ricchissimo bagaglio di lingua, architettura, saperi, usanze e tradizioni. L’iniziativa ha fatto un passo avanti con una serie di incontri sul territorio avviata proprio nei giorni scorsi dalla delegazione per la candidatura formata dalla rappresentante dell’Ufficio Unesco del Ministero dei Beni culturali Elena Sinibaldi, dal presidente e dal vicepresidente dell'Internationale Vereinigung für Walsertum Paul Schnidrig e Bruno Pelli, dalla referente del Gruppo Italia per la candidatura Unesco Patrizia Cimberio e dalla rappresentante della Comunità Walser della Valsesia Roberta Locca. Il gruppo ha visitato lunedì scorso, 2 agosto, la Valle del Lys e fatto tappa a Gressoney. «La comunità Walser con i suoi rappresentanti ha accolto la delegazione e ha mostrato le principali realtà e specificità che caratterizzano il territorio al fine di dare maggiore valore alla candidatura. - spiega Nadia Guindani del Centro Culturale Walser, rappresentante del progetto Unesco per le comunità Walser valdostane - Le visite della delegazione sono poi proseguite andando a toccare nei giorni seguenti le principali comunità Walser sia a sud sia a nord delle Alpi. Da circa un anno infatti l'associazione internazionale che rappresenta tutte le comunità Walser (l'Internationale Vereinigung für Walsertum) sta lavorando alla candidatura multinazionale della cultura Walser nelle liste del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco, in particolare nel registro delle buone pratiche di salvaguardia, affidando il compito a gruppi di lavoro delle comunità in rappresentanza di ogni Paese, all’interno di un quadro condiviso da tutti. Si tratta di un’occasione unica per le nostre comunità di promuovere e divulgare la memoria storica concretamente, con idonei progetti per il futuro e con la partecipazione attiva di tutti, forti dell’identità e dei saperi che vanno sempre alimentati, riconosciuti e salvaguardati seguendo azioni sostenibili di mantenimento e promozione anche a livello internazionale».