La Corte dei conti cita in giudizio 13 politici e 3 dirigenti regionali per i contributi agli allevatori: chiesti 4 milioni di risarcimento

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«Aiuti di Stato illegalmente concessi» dalla Regione all'Associazione regionale degli allevatori valdostani (Arev) per «premi in denaro» e «l'organizzazione di mostre, fiere concorsi e rassegne zootecniche». «Colpa grave rasentante il dolo»: quei (quasi) 4 milioni di euro stanziati per il 2018 da 2 giunte regionali di diverso colore politico sono un danno erariale secondo procura regionale della Corte dei conti e Guardia di finanza. Per questo 13 politici e 3 dirigenti sono stati citati a giudizio dall'ormai ex procuratore regionale Giuseppe De Rosa (il suo incarico è terminato a fine agosto). Chiamati a comparire nell'udienza di mercoledì 26 marzo 2025 anche l'attuale presidente della Regione, Renzo Testolin (Uv), la senatrice Nicoletta Spelgatti (Lega) ed Emily Rini, coordinatrice di Forza Italia Valle d'Aosta, presidente del Traforo del Monte Bianco.

Giuseppe De Rosa parla di «contributi a pioggia in favore di una forte Associazione di categoria e di pressoché tutti i relativi iscritti». Nelle sue deduzioni, l'ex presidente della Regione Spelgatti replica che la «mancata erogazione del contributo avrebbe comportato un finanziamento parziale del programma regionale rassegne, concorsi e fiere». Ma la procura contabile punta il dito contro il contributo di 1 milione e 800 mila euro concesso dalla giunta precedente - guidata da Laurent Viérin - a fronte di spese per rassegne, concorsi e fiere «stimate da Arev in 108 mila euro». Per questo l'ex presidente leghista «avrebbe dovuto prendere atto, disponendo i provvedimenti correttivi, che l'ulteriore finanziamento di 2 milioni e 200 mila euro consisteva unicamente in un sussidio economico».

Per quanto riguarda Laurent Viérin, non ricopre ruoli amministrativi ai vertici regionali da fine 2019, quindi da circa 5 anni: in questo caso, gli vengono contestate erogazioni e sostegno al mondo agricolo riferite alla delibera del Governo regionale, che presiedeva, numero 415 del 3 aprile 2018, quindi più di 6 anni fa, quindi con l’ipotesi che sia in prescrizione anche se si tiene conto della messa in mora - che blocca la prescrizione - ma che è giunta anch’essa oltre i 5 anni, nell’agosto 2023, con data successiva agli atti e delibere di giunta approvate e che vengono contestate.

Le cifre e i nomi

Potrebbe non essere che l'inizio: dal 2017 al 2020 ci sono stati mandati di pagamento per oltre 13 milioni e 300 mila euro di aiuti. Se il 2017 ormai è prescritto, per il 2019 e per il 2020 ci sono invece indagini in corso. Questo genere di aiuti, per Giuseppe De Rosa, «si sarebbe potuto erogare solo a seguito di una espressa decisione della Commissione europea sulla compatibilità dell'aiuto con il mercato interno».

Secondo la procura contabile, gli aiuti andavano erogati sulla base dei costi «effettivamente sostenuti dal beneficiario», mentre tutte le giunte regionali erano «consapevoli che Arev avrebbe ricevuto il 90 per cento dei contributi a fondo perduto dell'entità di milioni di euro, poiché così sempre avvenuto», ma anche sulla base di una «illecita deliberazione» di Giunta del 2016. Per gli inquirenti, l'anomalia emerge anche dal confronto con la provincia di Trento, realtà «affine» alla Valle d'Aosta e dove i contributi di questo tipo sono «erogati per spese sostenute e rendicontate dai beneficiari per importi del tutto contenuti, al massimo del valore di 5.000-6.000 euro» all'anno.

L’atto di citazione a giudizio con l'ammontare del risarcimento richiesto è stato inviato ai componenti della Giunta Viérin (Laurent Viérin 211.000 euro, Alessandro Nogara 204.000, Renzo Testolin 204.000, Emily Rini 204.000, Mauro Baccega 204.000, Aurelio Marguerettaz 204.000, Luigi Bertschy 194.500, Jean-Pierre Guichardaz 194.500) e della Giunta Spelgatti (Nicoletta Spelgatti 394.000, Elso Gerandin 390.000, Stefano Aggravi 384.000, Claudio Restano 384.000, Paolo Sammaritani 384.000).

Per quanto riguarda i dirigenti - a loro la Procura addebita sia l’aver curato i 2 atti deliberativi di Giunta, sia l’emanazione di provvedimenti di impegno delle somme e liquidazioni delle stesse - il danno ipotizzato nei confronti degli ex coordinatori del Dipartimento Agricoltura Fabrizio Savoye e Cristoforo Cugnod è, rispettivamente, di 281mila e 100mila euro. La richiesta per Patrizia Mauro, allora a capo del Dipartimento bilancio dell’Assessorato alle finanze (per il visto di regolarità contabile su alcuni atti d’impegno delle cifre), è di 63mila euro.

Dimostreremo la nostra correttezza

«La vicenda è nota - dichiara Laurent Viérin - e mette purtroppo in discussione parte degli aiuti e del sostegno al settore zootecnico - che ne ha profondamente bisogno - erogati da parte del governo da me presieduto nel 2018 in base alle disposizioni di legge e nel pieno rispetto della normativa vigente - regionale ed europea. Siamo profondamente convinti della bontà e della correttezza della nostra azione amministrativa, che abbiamo tenuto in piena linea e coerenza con le normative e disposizioni vigenti - come sempre nella mia esperienza amministrativa. Un agire che ha avuto il massimo rispetto, appunto, delle leggi e delle norme, come avvalorato dai pareri tecnici, che non competono alla politica e che sono fondamentali per fare avanzare gli atti amministrativi, che, senza questi, si fermerebbero.

Spiace che le deduzioni e le osservazioni prodotte da parte nostra, per dimostrare la bontà dell’operato, non siano state minimamente prese in considerazione, ma dimostreremo, ancora una volta, la piena correttezza dell’iter e dell’operato. Un iter che abbiamo seguito nel solo interesse del settore agricolo e della sua salvaguardia, utilizzando le norme e le leggi vigenti, profondamente convinti e consapevoli che la nostra agricoltura di montagna necessiti di sostegno e incentivi, fondamentali per la sua sopravvivenza. E questo assieme alla sopravvivenza delle aziende agricole valdostane che fanno sacrifici per continuare a mantenere il nostro territorio, che in tanti ci invidiano, e che sono fondamentali, peraltro, - conclude Laurent Viérin - per evitare lo spopolamento della montagna».

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