La comunità di Issogne ritrova la sua Vergine Restaurata la statua della Madonna di Vesey

La comunità di Issogne ritrova la sua Vergine Restaurata la statua della Madonna di Vesey
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«La figura della Vergine è segno di speranza e certezza di rifugio in tutti i suoi figli». Sono queste le parole di don Tonino Leonetti, parroco di Issogne, nel commentare la restituzione alla comunità parrocchiale della scultura lignea della Madonna della cappella di Vesey, riportata all’antico splendore. Il lavoro, curato dalla restauratrice di Verrès Marta De Marchi, è stato presentato per la prima volta ai fedeli durante la Messa dell’Immacolata e si è reso possibile grazie a una raccolta di fondi promossa dai fedeli stessi la cui devozione al luogo di preghiera e alla statua è molto forte.

«La cappella fu fondata nel 1681 da Pierre Allemand - spiega lo storico Omar Borettaz - e venne poi ingrandita intorno alla metà dell’Ottocento, epoca di rinnovato fervore religioso. La statua della Madonna appartiene alla prima costruzione dell’edificio, periodo in cui il culto della Vergine Maria protettrice dell’umanità era incoraggiato dalla Chiesa».

La figura di questa Madonna della neve che riceve il gesto così naturale della carezza del Bambin Gesù che tiene in braccio, è stata trasportata in processione da tempo immemorabile e, segnata dal tempo, è stata più volte ridipinta.

«Si tratta di un unico elemento ligneo, dipinto ad olio e in parte decorato con foglia d’oro e d’argento» illustra la restauratrice Marta De Marchi, raccontando il suo lavoro che ha permesso di riportare la statua all’antico splendore. La scultura aveva subito due interventi precedenti, come individuato dallo studio della De Marchi, per cui l’attuale restauro ha visto come primi passaggi la rimozione del materiale e la fermatura degli strati preparatori e pittorici.

«Ho poi risarcito le fessurazioni del supporto ligneo e intagliato dei tasselli lignei per reintegrare le tre punte mancanti della corona della Vergine. - prosegue Marta De Marchi - Con l’acquerello, attraverso la tecnica del tratteggio, ho integrato le lacune che interessavano gli strati preparatori e pittorici».

«Con il mantello dorato a rappresentare il suo essere Madre di Dio e il vestito rosso, simbolo della natura umana, l’Immacolata - conclude il parroco don Tonino Leonetti - resta sempre la sorgente di acqua che si sente in ogni momento. Dentro questo mondo così provato c’è sofferenza ed impazienza, ma la Vergine rimane appunto fonte continua della speranza come significato del tutto».

La madonna restaurata di Vesey diventa, quindi, in questo anno particolare, una testimonianza forte di unione della comunità che si prepara a celebrare il Natale nelle funzioni di oggi, giovedì 24 dicembre, alle 18, e domani, venerdì 25, alle 10.45 nella Chiesa di Santa Maria Assunta. Don Tonino Leonetti, parroco anche di Champdepraz, celebrerà in quest’ultimo Comune la Messa di oggi della Vigilia alle 20 nella parrocchia al Capoluogo mentre domani, nella chiesa di La Fabrique, alle 18.

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