La Clinica di Saint-Pierre: «Pochi posti letto occupati, stop ai malati di Coronavirus»

La Clinica di Saint-Pierre: «Pochi posti letto occupati, stop ai malati di Coronavirus»
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La clinica di Saint-Pierre si smarca dalla Regione: da venerdì scorso, 1° gennaio, non accoglie più pazienti positivi al Covid-19 e proseguirà solo l’assistenza sanitaria a quelli attualmente ricoverati fino alle dimissioni. Una scelta determinata dal fatto che «Non sono mai stati utilizzati tutti i posti letto messi a disposizione per i ricoveri Covid» precisa una nota della Clinica Isav. «La struttura riprenderà la consueta attività chirurgica e medica, a lungo sospesa in questi mesi, - viene inoltre sottolineato - per garantirsi un equilibrio economico-finanziario ed evitare ulteriori perdite. La Clinica è una struttura di servizi sanitari cruciali per il territorio. Inoltre garantisce occupazione a oltre 100 persone, rappresentando anche un importante volano per l’indotto locale. Pertanto, proseguire con la sospensione dell’attività chirurgica comporterebbe ingenti danni economici e sociali. La Clinica Isav di Saint-Pierre ha dato fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria supporto alla Regione, costruendo con grande impegno una squadra di lavoro che potesse essere impiegata nella gestione dei pazienti Covid. Isav rinnova nuovamente la disponibilità e l’impegno a supporto del territorio qualora l’indice Rt in Valle d’Aosta dovesse risalire attestandosi oltre la soglia di 1,3». Per l’assistenza ai degenti, la Clinica di Saint-Pierre, in base all’accordo stretto con la Regione, ha utilizzato proprio personale appositamente formato, a parte 4 infermieri dell’Usl. Insomma, si tratta di un divorzio annunciato la scorsa settimana dall’Amministrazione regionale e dall’Usl che, però, avevano addotto altre giustificazioni. Infatti l’Assessorato della Sanità, Salute e Politiche sociali e l’Azienda Usl della Valle d’Aosta comunicavano di aver appreso - tramite di una nota arrivata mercoledì 30 dicembre - la disponibilità da parte dell’Isav «A garantire l’assistenza sanitaria ai 33 pazienti Covid attualmente ricoverati presso la struttura di Saint-Pierre fino alle loro dimissioni». Però si sosteneva che la scelta di non ricevere più pazienti positivi da venerdì 1° gennaio era stata fatta «Per consentire il recupero psico-fisico dei propri dipendenti». Un spiegazione che ha un fondamento di verità, dato che il personale della Clinica di Saint-Pierre ha una professionalità volta all’attività chirurgica. E’ altrettanto vero, però, che il rimborso della Regione all’Isav non è forfettario ma calcolato in base a ogni singolo letto occupato. E visto che, come precisa la Clinica di Saint-Pierre «Non sono mai stati utilizzati tutti i posti letto messi a disposizione per i ricoveri Covid», la scelta di non proseguire con la convenzione è parsa obbligata per ragioni evidentemente economiche.

La Direzione strategica dell’Azienda Usl Valle d’Aosta, in accordo con l’Assessorato regionale della Sanità, ha perciò provveduto a mettere in atto tutte le disposizioni necessarie per garantire le dimissioni dei pazienti positivi Covid in via di guarigione dai reparti dell’Ospedale “Umberto Parini”, secondo un ordine di priorità ben definito. Precedenza viene data all’impiego dell’ospedale da campo dell’Esercito all’Espace Aosta fino ad un massimo di 20 posti, a seguire la Struttura residenziale di Variney - che da venerdì 1° gennaio è stata convertita in struttura sanitaria con 33 posti letto - ed infine, nell’eventualità di un aumento ulteriore di pazienti, saranno utilizzati 20 posti letto della struttura J.B. Festaz, spazi messi a disposizione attraverso la riconversione parziale delle Residenze sanitarie assistenziali e delle Unità di assistenza prolungata.

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