La Biblioteca regionale ha 25 anni Ecco la sua storia fino ai giorni nostri
All'inaugurazione della nuova Biblioteca regionale, Il 2 settembre 1996 in via Torre del Lebbroso ad Aosta, c'erano l'assessore alla Pubblica istruzione Roberto Louvin e il presidente della Regione Dino Viérin. Furono loro a tagliare il nastro, quel lunedì 2 settembre 1996. In un quarto di secolo la struttura, che dal 2011 è intitolata a Bruno Salvadori, ha superato i 4 milioni e mezzo di prestiti totali, i 64mila iscritti e le 300mila risorse che si possono prendere in prestito.
Le origini
Erano gli anni Settanta e la moglie dell'allora presidente della regione Mario Andrione, Irene Joly, non si capacitava che la Biblioteca di Aosta fosse limitata agli spazi ristretti di via Ollietti. «Un giorno, la signora Joly costrinse il marito ad andare a vedere di persona - ricorda lo storico Joseph Rivolin, già direttore dell’Archivio storico regionale di Aosta e del Sistema bibliotecario valdostano - iniziò così una riflessione che coinvolse anche la Commissione cultura dell'Union valdôtaine. Si lavorava con Augusto Rollandin, Dino Viérin, Guido Grimod e tanti altri. L’idea del servizio bibliotecario regionale nasce in quel periodo, dai centri culturali e sul modello della biblioteca di Châtillon, la prima e la migliore».
«Era un progetto, la centralità del sistema bibliotecario risale alla legge di Andrione che l'aveva istituito, - racconta Dino Viérin - che portava in sé una concezione moderna di quello che una biblioteca può rappresentare per una comunità, luogo in cui ci si documenta ma anche promotore di cultura. La stessa visione includeva gli operatori: il bibliotecario diventava parte del progetto, grazie alle attività di formazione».
«Negli anni Ottanta la biblioteca era in via Ollietti, sopra l’allora sede del Tribunale amministrativo regionale. - precisa Renato Faval, assessore all'Istruzione tra il 1992 e il 1993 - Avevo pensato che fosse opportuna una sede adeguata e, dato che si stava trasferendo la Casa di riposo J.B. Festaz, proposi di mettere lì la biblioteca e incaricai del progetto l'architetto Gianni Debernardi. Insistetti affinché l'utente potesse avvicinarsi direttamente al libro, per poterlo toccare, senza più il tramite dello schedario e del bibliotecario, perché l'approccio diretto semplifica e davanti a uno scaffale può ampliare la fruizione da parte dell'utente». Per la prima volta, sotto le grandi vetrate avveniristiche, fu prevista una Sezione per i bambini e i ragazzi, ma anche la discoteca-videoteca e r la grande emeroteca. L'architetto Debernardi si consultava spesso con Faval. Insieme visitarono alcune biblioteche in Danimarca, da cui trassero ispirazione, ma si studiava anche la biblioteconomia e vennero ascoltati i bibliotecari, perché la struttura sia adattasse alle loro esigenze. Il ritardo nei lavori fu causato dalle opinioni discordanti sulla conservazione dei reperti archeologici della Porta Decumana, presenti sotto la biblioteca. «Qualcuno inviò al pretore Mario Vaudano un esposto - rammenta Renato Faval - in cui si sosteneva che i lavori avrebbero compromesso il patrimonio archeologico. Vaudano nominò un perito che dopo 6 mesi restituì la relazione dicendo che invece sarebbe stato valorizzato. Erano gli anni Novanta, periodo storico segnato dall’inchiesta “Mani pulite”. Il Pretore istruì il processo e io ricevetti 3 avvisi di garanzia senza andare mai a giudizio. Mario Vaudano perse nei procedimenti ad Aosta, in Appello e poi in Cassazione. Così per 4 anni fu tutto bloccato».
Polo della cultura
«Nella realizzazione della nuova biblioteca ho avuto due predecessori - sottolinea l’ex assessore regionale Roberto Louvin - Renato Faval e Pier Carlo Rusci, che gli succedette all'Istruzione. Renato Faval era devotissimo al progetto, ma non poté concluderlo personalmente perché Marino Pasquettaz, dei Riformatori, lo attaccò violentemente per lo "scempio" sulle mura romane. Ma capostipite dell'idea fu Maria Ida Viglino con il suo impegno per la pubblica lettura. Il sistema bibliotecario fu voluto da lei, poi realizzato dal direttore della biblioteca Agostino Vuillermoz. Il 1996 è stato per me la conclusione di un triennio densissimo di lavori come assessore all'Istruzione. Per molti anni la struttura era rimasta come un relitto sulle mura, poi è rinata in tempi rapidissimi grazie all'architetto Debernardi. Ci incontravamo settimanalmente e fissai l'apertura non avendo ancora ottenuto il collaudo, che arrivò poche ore prima della cerimonia. Tutto andò bene grazie all'ingegner Edmond Freppaz, dirigente ai Lavori pubblici, a persone come il bibliotecario Richard Villaz e a Lucia Mariani dei servizi bibliotecari».
Polemiche e avanguardia
Ad ogni innovazione seguono proteste e apprezzamenti. Nella nuova Biblioteca si prestano i Cd e i titolari di negozi musicali insorgono, salvo poi ricredersi. Si dotano le sale di Wi-fi e c’è chi teme per la salute degli utenti, ma professionisti, studiosi e studenti sono facilitati nel loro lavoro grazie ad esso. Dopo la transizione curata da Lucia Mariani e Agostino Vuillermoz, è direttore della biblioteca il compianto Ettore Balliana, poi arriva Joseph Rivolin, seguito da Josette Mathiou e, da marzo 2021, Fausto Ballerini. «Senza dubbio l’operato di chi mi ha preceduto è stato importante. - commenta il nuovo dirigente - I risultati ottenuti da 25 anni a questa parte non si sarebbero, però, potuti raggiungere senza l’apporto di uno staff particolarmente preparato e, in molti casi, appassionato del suo lavoro. La stessa concezione architettonica della Biblioteca di Aosta, che coniuga esigenze tecnologiche, l’offerta di nuovi spazi, importanti reperti romani e recupero delle strutture esistenti, rappresenta quello che facciamo. Da un lato un servizio di pubblica lettura al passo con i tempi, e dall’altro conservazione e valorizzazione dei documenti testimoni dell’identità culturale del territorio». Con le limitazioni dovute alla pandemia, è cambiato anche il modo di fruire della Biblioteca e sono stati apprezzati di più i servizi digitali e il portale Cordela. «L'apertura dell'attuale Biblioteca regionale di Aosta è stata una vera svolta nell'offerta culturale della regione, - rimarca l'assessore ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz - raggiungendo in breve tempo numeri degni delle biblioteche nordiche. Nel corso degli anni la struttura si è adattata alle nuove esigenze fino a offrire una biblioteca digitale alternativa». Oggi la sezione online offre ebook e oltre 7.000 testate, in più lingue. Le consultazioni nel 2020 sono aumentate del 74 per cento rispetto all’anno precedente e il prestito di libri digitali del 71,3 per cento. «Le restrizioni , che abbiamo cercato di limitare, - conclude l'assessore Jean-Pierre Guichardaz - hanno ancora più valorizzato il ruolo di aggregazione sociale della Biblioteca, frequentata ogni giorno, in condizioni normali, da centinaia di studenti. A questi sarà offerta quanto prima una nuova sala dedicata tutta a loro, ricavata nell'ex fonoteca».