L’Uv vuole il Presidente: giovedì prossimo il Conseil Fédéral deciderà sulle alleanze
Nel prossimo Conseil Fédéral, il parlamentino unionista convocato giovedì 2 febbraio, il Comité Féderal dell'Union Valdôtaine chiamerà i delegati della varie sezioni unioniste (la cosiddetta base del partito) a scegliere tra la «conferma dell'importanza di ricomporre il mondo autonomista, preferenza per un'alleanza con i progressisti evitando il centrodestra, in coerenza con il percorso politico avviato negli ultimi anni a livello regionale oltre che nel comune di Aosta, e con la linea programmatica linee degli ultimi congressi dell'Union Valdôtaine, rivendicando il ruolo fondamentale e glorioso dell'Union Valdôtaine che, nel corso della storia, non si è mai dovuta "piegare" ai governi nazionali, ma ha sempre rivendicato - ed ottenuto - i suoi diritti territoriali a Statuto Speciale» oppure «Conferma dell'importanza di ricomporre il mondo autonomista, preferenza per un'alleanza con il centrodestra per rilanciare l'attività amministrativa e per ottenere le maggiori garanzie di raggiungimento di obiettivi strategici di vitale importanza per la nostra comunità, grazie a un dialogo facilitato a Roma».
È quanto si legge in un documento che i vertici del Mouvement hanno trasmesso alle varie sezioni unioniste. Quanto all'ultima proposta indicata, il partito precisa che «la negoziazione con il centrodestra non esclude necessariamente l'apertura al gruppo di Pour l'Autonomie», rappresentato in Consiglio Valle dai consiglieri Augusto Rollandin e Marco Carrel. Dopo che il Conseil Fédéral avrà indicato la linea da seguire, sarà dato mandato alla commissione politica «di iniziare le consultazioni necessarie per comporre una maggioranza», promettendo di riconvocare a breve il parlamentino unionista «per verificare la fattibilità delle indicazioni ricevute».
Nel documento si legge che «le consultazioni avranno l'Union - che proporrà il nuovo presidente della Regione - come principale interlocutore», ma «la direzione non sarà quella dell'Union verso gli altri partiti ma quello dello spazio autonomista unico verso gli altri partiti. Questo sarà un passo ulteriore verso la ricomposizione della casa autonomista».
La réunion
La «réunion» degli autonomisti? Per l'Union Valdôtaine deve passare attraverso una Federazione autonomista. L'idea è di «costituire un gruppo di lavoro interpartitico che potrà lavorare sulle formule da adottare per la ricomposizione dell'area autonomista prima della fine del mese di aprile», si legge ancora nel documento inviato dai vertici del partito alle sezioni unioniste. «Sarebbe banale dire - prosegue il documento - che oggi la formula più corretta e finale del processo di riunificazione è un partito unico, piuttosto che una federazione di partiti. Sarebbe altrettanto banale pensare che la sensibilità degli autonomisti possa essere uniformata. Al contrario, pur coscienti dei conflitti interni al nostro partito di questi giorni, rivendichiamo la capacità degli autonomisti a sottolineare le diversità e, se necessario, a dare un nome e un titolo a queste diversità, anche in vista di una ricomposizione rigorosa dello spazio autonomista». «Non si tratta qui di ricomporre un partito per ottenere il massimo del risultato elettorale e di spaccare tutto di nuovo, ma di trovare la formula grazie alla quale anche se con delle visioni differenti possiamo mettere in evidenza i punti comuni e governare la Valle d'Aosta con la certezza assoluta di portare dei risultati, almeno per i prossimi dieci anni».
Riguardo al manifesto «Orgueil Valdôtain», lanciato negli scorsi giorni, per promuovere una riunificazione degli autonomisti, l'Uv scrive: «Non creiamo la nuova Union Valdôtaine attraverso dei manifesti, che sono certamente utili dal punto di vista del dibattito, ma attraverso gli organi costituiti nei partiti e nei movimenti. Condividiamo il messaggio lanciato e l'appello sottolineando che questo non impedisce il processo già in atto».
«Spocchia unionista»
«Il fatto che sia l'Union Valdôtaine a chiedere unità con una spocchia inenarrabile e a scegliere se aprire la porta al centrosinistra o al centrodestra dopo i guai di cui sono i soli responsabili è di una arroganza irricevibile e dovrebbe imporre un'unica risposta dal centrodestra unito (ma anche dal centrosinistra) che sia compatibile con un minimo di dignità e coerenza politica».
Lo dichiara Alberto Zucchi, coordinatore di Fratelli d'Italia. «La nostra posizione - prosegue - è quella coerentemente espressa e ribadita più volte in particolare dalla stessa Lega, che ha sempre detto che il loro coinvolgimento di governo in questa legislatura non poteva che passare da una loro presidenza, che significasse traenza del centrodestra, non sudditanza, e palese discontinuità. Se adesso hanno cambiato idea e si dichiarano disponibili è per noi molto spiacevole perché consideriamo il centrodestra nel suo insieme l'unica alternativa possibile, così come avviene in campo nazionale».