L’utilizzo del Lago Lod a scopi idroelettrici sbarca in Consiglio Valle: “Si ascolti anche chi si oppone”
E’ arrivata in Consiglio Valle la questione dell’utilizzo del Lago Lod di Chamois a scopi idroelettrici. Con un'interpellanza illustrata mercoledì scorso, 23 febbraio, il gruppo Progetto Civico Progressista ha chiesto conto della concessione di derivazione d'acqua con prelievi dai torrenti Chamois e Saverou nonché dal lago per alimentare due centrali nel comune di Chamois, approvata con deliberazione di Giunta del 15 novembre scorso.
«La realizzazione dell'impianto - ha specificato la consigliera di Pcp Chiara Minelli - prevede un uso invasivo del Lago Lod, che verrebbe ridotto a bacino di accumulo a servizio delle due centrali. Questo lago rappresenta un gioiello paesaggistico: è dotato di un'area attrezzata a pic-nic, è frequentatissimo, soprattutto d'estate, da famiglie ed escursionisti e sulle sue rive sono sorti diversi bar e ristoranti. Sembrerebbe inoltre che ci sia l'intenzione di realizzare nelle sue prossimità una slittovia e un "family park", per migliorare ulteriormente l'attrattività della zona. Come segnalato anche da Legambiente VdA, il provvedimento di Valutazione di impatto ambientale del 2010 e sue successive proroghe (2015 e 2018) non contemplavano l'utilizzo del lago, mentre la delibera di novembre 2021 considera approvata una parte di progetto che non è mai stata sottoposta alla Valutazione di Impatto Ambientale. Segnalo tra l'altro che nel provvedimento di Via, la Struttura regionale flora e fauna si era raccomandata che, nel realizzare la vasca di carico vicino al lago (perché allora solo questo era previsto), si tenesse conto dell'intervento di sanificazione del lago e si rispettassero le condizioni che potevano assicurare la vita dei pesci. Infine, evidenzio che gli abitanti di Chamois, unitamente a chi frequenta abitualmente il luogo, hanno aperto una raccolta firme per chiedere che il lago venga salvaguardato e che il progetto sia riproposto al Via, anche in considerazione del fatto che la Valutazione è già scaduta per due volte e che soprattutto non prevedeva l'utilizzo del lago».
«Gli uffici regionali - ha risposto il presidente della Regione Erik Lavevaz, in qualità di assessore ad interim all'Ambiente - rilevano come il progetto a suo tempo presentato per l’attivazione della procedura di Via - conclusa nel 2010 - prevedeva già gli interventi proposti, contenuti nel progetto preliminare e in uno studio di impatto ambientale, tant’è che è stato possibile rilasciare la successiva concessione sul progetto a suo tempo sottoposto a valutazione di impatto. Inoltre, i tempi della proroga rilasciata nel 2018 non risultano ancora scaduti, contrariamente a quanto affermato: infatti, la legislazione d’emergenza legata alla pandemia ha disposto la proroga di qualsiasi parere, autorizzazione, permesso, atto abilitativo fino a novanta giorni oltre la scadenza dello stato emergenziale. Al momento, quindi, l’intervento previsto risulta pertanto in possesso di una Via valida e di una concessione idraulica recentemente rilasciata. A questo proposito, la struttura responsabile in materia di Via segnala peraltro che, in analogia con quanto già avvenuto con altre pratiche, in caso di scadenza della proroga attuale, che si potrebbe verificare in caso di mancato inizio dei lavori nei termini, non è intenzionata a rilasciare ulteriori proroghe. Da parte mia non vi è nessuna preclusione ad ascoltare i componenti del Comitato, ovviamente coinvolgendo non solo le strutture interessate, ma anche e soprattutto il Comune di Chamois».
«Il progetto non prevedeva il sistema di pompaggio e di restituzione nelle acque del lago, interessava solo i due torrenti: la questione è quindi diversa. - ha replicato Chiara Minelli - I casi sono due: o va bene approvare qualcosa che è diverso da quanto presentato, o c'è qualcosa che non funziona. Prendo atto che non c'è l'intenzione di effettuare una nuova proroga qualora non venissero iniziati i lavori, a differenza di quanto fatto in altre situazioni. Mi auguro che ci sia l'apertura ad ascoltare il Comitato di Chamois, perché in altre occasioni per situazioni simili che riguardavano concessioni, le persone non sono mai state sentite».