L’Usl: “Non tutte le urgenze che arrivano in Radiologia sono prestazioni da eseguire necessariamente entro 72 ore”

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«Non tutte le “urgenze” che attivano in Radiologia sono prestazioni da eseguire necessariamente entro 72 ore». Lo ha specificato ieri, venerdì 10 febbraio, in un comunicato l’Usl della Valle d’Aosta, in risposta alle lamentele di alcuni utenti. «La Struttura complessa di Radiologia diagnostica e interventistica dell’Ospedale “Parini” di Aosta effettua circa 130mila esami l'anno. - scrive l’Usl - Più della metà in emergenza-urgenza come politraumi, urgenze chirurgiche e mediche in generale.

Per tutte le richieste che arrivano, i medici radiologi hanno la facoltà, anzi l’obbligo (previsto anche per legge), di rivalutare la prescrizione del medico proponente (sia esso uno specialista o un medico di famiglia) dando eventualmente indicazione per tempi diversi di esecuzione, se riscontra che l’indicazione clinica proposta può essere posticipata, a favore magari di un’urgenza più “acuta” alla luce delle risorse disponibili. Il riferimento unanimemente accettato in tutte le regioni italiane è rappresentato dai cosiddetti Raggruppamenti omogenei per patologia: regole semplici, per ciascuna metodica radiologica, in diverse situazioni cliniche, che danno un indirizzo per rispettare le priorità di accesso, garantendo così a tutti le prestazioni adeguate in tempi adeguati».

«Come in altre regioni italiane, le risorse in termini di personale sono limitate e per far fronte ai casi più urgenti, quelli che devono essere trattati entro le 72 ore, facciamo un lavoro certosino di analisi delle cartelle cliniche per ciascuna richiesta. - spiega Massimiliano Natrella, direttore della Struttura di Radiologia - Quando valutiamo che un paziente non ha un quadro clinico tale da giustificare la prestazione nell’immediato, lo prenotiamo dopo una, due settimane o anche un mese dopo, a seconda dei casi. Dalle nostre analisi, il 60 per cento circa dei casi con impegnativa “Urgente” non si configura effettivamente come tale. Se non filtrassimo, rischieremmo di non far passare i pazienti più fragili, come gli oncologici o altre urgenze».

In media arrivano in Radiologia circa 200 esami urgenti al mese. «Dobbiamo fare delle scelte, come previsto dalla legge, per garantire il servizio a tutti, nel modo migliore possibile» specifica Massimiliano Natrella.

Scelte che si rendono necessarie in particolare in questo periodo di carenza di personale, con medici che provengono anche da Fuori Valle per colmare le lacune nell’organico, particolarmente evidente nei mesi invernali quando, con l’afflusso di numerosi turisti sulle piste da sci, il reparto di Radiologia è messo decisamente sotto pressione.

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