L’ultimo saluto a Emilia Grange, anima del Camping di Etroubles
Era una lavoratrice instancabile che amava costruire e coltivare rapporti umani profondi e duraturi. I punti cardinali che hanno orientato la vita di Emilia Grange, infatti, sono stati la famiglia, il Camping Tunnel a Etroubles, che ha gestito con competenza e passione dai primi anni Settanta fino al 1996, l’amicizia e l’altruismo.
Emilia Grange era nata ad Aosta il 15 agosto 1938 e i suoi genitori abitavano a Maisonnettes di Gignod. Il papà Emilio Grange sposò Natalina Rollandin, scomparsa nel 1940, da cui ebbe anche un’altra figlia, Lisetta. Dalle seconde nozze con la sorella della moglie, Elisabetta, nacquero successivamente Ernesto, Giuseppe e Giulia. Per Emilia Grange l’infanzia, come per tutti gli appartenenti alla sua generazione, fu solo una breve parentesi, dato che fin da giovanissima imparò a cucire e lavorò in campagna a supporto della famiglia. A 17 anni partì per la Svizzera come cameriera nei bistrot e negli hotel di Aigle, Ollon e Glion sur Montreux di cui conservava molti ricordi. Un’esperienza utile non solo per aiutare i suoi cari con ciò che guadagnava ma anche per scoprire la sua innata vena di imprenditrice che ben presto avrebbe messo a frutto. In quegli stessi anni a Gignod conobbe Guido Marguerettaz, originario di Etroubles e futuro impiegato al Banco Bérard di Aosta, con cui si sposò il 4 maggio 1963. Dalla loro unione, il 25 dicembre 1967 nacque il figlio Fulvio, maestro di sci. Proprio a Gignod Emilia Grange a metà degli Sessanta aprì un piccolo campeggio a Le Plan du Chateau che accoglieva i turisti solo in estate. La svolta giunse poco dopo, quando a Etroubles iniziò a gestire il Camping Tunnel, dapprima solo stagionalmente e dal 1975 per tutto l’anno. Un’attività che venne progressivamente ampliata nell’area dietro all’Hotel Beau Sejour, con la costruzione di uno chalet adibito a bar e tavola calda. D’altro canto il Traforo del Gran San Bernardo fu inaugurato nel 1964 e con il boom economico il turismo era fiorente. Non a caso in quel periodo le vacanze in campeggio divennero sempre più popolari, vuoi per la possibilità di ritrovare il contatto con la natura, vuoi perché accessibili praticamente a tutte le tasche. Inoltre era possibile stringere facilmente nuove amicizie ed Emilia Grange, con la sua infinita disponibilità, era la persona giusta al posto giusto. Infatti numerosi clienti, che lasciavano la roulotte nel suo campeggio per 365 giorni all’anno, non esitavano a telefonarle a qualsiasi ora per farsi preparare uno spezzatino con polenta o un altro prelibato piatto della sua cucina casalinga quando partivano da fuori Valle per raggiungere Etroubles. Così Emilia Grange era stimata tanto dai suoi ospiti quanto dagli abitanti del paese, molti dei quali passavano a salutarla quotidianamente. E lei, nonostante l’attività fosse impegnativa e faticosa, non negava mai a nessuno un sorriso e una chiacchierata. Comprensibilmente, quindi, per Emilia Grange, che non sapeva stare con le mani in mano e adorava il rapporto con la gente, quando giunse l’ora della pensione, meta agognata per la maggior parte delle persone, fu invece difficile abituarsi a dei ritmi di vita completamente diversi da quelli che fino allora avevano scandito la sua esistenza. Ristabilitasi a Gignod, si dedicò a realizzare le pouette, la bambole di pezza con cui l’Unicef raccoglie fondi per la propria attività. Con il marito Guido Marguerettaz, poi, partecipava alle vita di comunità, dalla Festa della Famiglia alla Festa degli Anziani, e a quella parrocchiale. Emilia Grange, però, non venne mai dimenticata dai suoi affezionati clienti, molti dei quali quando andavano a Etroubles per le vacanze passavano a Gignod a salutarla. Nell’ultimo anno, purtroppo, le sue condizioni di salute sono progressivamente peggiorate. È mancata lo scorso giovedì 7 gennaio, all’età di 82 anni, nella sua bella casa a Gignod, dove è stata amorevolmente accudita dai suoi cari fino all’ultimo respiro. I funerali sono stati celebrati sabato 9 gennaio nella chiesa di Gignod dove il parroco don Nicola Corigliano ha scelto parole delicate per salutarla. Lascia il marito Guido Marguerettaz, il figlio Fulvio con la moglie Paola Marguerettaz e i fratelli Lisetta, Ernesto e Giulia.