L’orgoglio di Samuela Comola: trascina le azzurre al quinto posto nella staffetta olimpica di biathlon
Ci sono volute le Olimpiadi di Pechino per fare capire al mondo che il biathlon italiano non è solo Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi ma che una donzella di Champorcher che compirà 24 anni a fine aprile e che arriva dalla squadra B azzurra (con tecnici i valdostani Fabio Cianciana ed Edoardo Mezzaro) è una bella realtà. Tutti i siti e la stampa specializzata hanno scritto mercoledì scorso, 16 febbraio, di Samuela Comola come della grande protagonista della staffetta femminile con l'Italia per 3 quarti di gara sul podio e addirittura in testa con l'alpina all'uscita dell'ultimo poligono in terza frazione. Era già successo ad Anterselva nella sua prima staffetta importante in Coppa del Mondo di uscire dal poligono come prima dopo un ottimo tiro e di cambiare seconda come mercoledì dopo un duello con la campionissima svedese Hanna Oberg. L'Italia con il quinto posto a 1'33" ha staccato di 37 secondi la favorita Francia, sesta, finendo a 1'33" dalle svedesi Linn Persson, Mona Brorsson e le sorelle Hanna ed Elvira Oberg (0 penalità e 6 ricariche) che hanno vinto con 12" sulla Russia (1 giro penalità e 7 ricariche), 37" sulla Germania (0+6) e 50" sulla favorita Norvegia (2+8) ed ha eguagliato il miglior risultato della storia visto che a Sochi 2014 le azzurre arrivarono seste poi diventate quinte dopo la squalifica per doping delle russe.
La grande soddisfazione per la squadra guidata dal commissario tecnico gressonaro Fabrizio Curtaz è anche nel fatto che le azzurre con nessuna penalità e 5 ricariche sono state le migliori al tiro tra tutte le nazioni. In prima frazione Lisa Vittozzi ha cambiato seconda a 1 secondo e mezzo dalla Germania, in seconda Dorothea Wierer è uscita prima dal poligono ed ha cambiato seconda a 10"7 dalla Russia dell’indiavolata Anfisa Restzova. La Comola senza errori ha lasciato il primo poligono terza nella scia della svedese Hanna Oberg con all'attacco la russa Svetlana Mironova e al secondo poligono ha sbagliato solo il decimo e ultimo bersaglio in piedi, centrato la ricarica velocissima ed è uscita davanti al mondo intero con la Svezia a 1" e la Russia (4 errori e 1 giro di penalità) a 8" per poi lanciare Federica Sanfilippo seconda a 7"4 dalla Svezia con nella scia la Russia e le favorite Norvegia e Francia staccate di 1'15" e 1'16". La Sanfilippo era l'anello debole del quartetto e si è difesa con onore tuttavia nulla ha potuto contro la grande rimonta di campionesse come la tedesca Denise Hermann, oro a Pechino, e la norvegese Marte Roeiseland - regina di Coppa che inseguiva il terzo oro e la quinta medaglia in 5 gare - scatenate in rimonta. "Quasi non ci credevo neanche io. - ha esclamato Samuela Comola, assalita dai giornalisti al traguardo - Ero molto tranquilla e la pursuit mi aveva dato fiducia, non pensavo di stare così bene sugli sci e di potere stare attaccata alle grandi, sono molto contenta della mia prova e della squadra, non era scontato, era ovvio che la Sanfilippo con chi aveva dietro non poteva che difendersi, è stata una lunga trasferta e una esperienza bellissima a Pechino, a parte le difficoltà per il Covid, ho cercato di godermela.".
Samuela Comola, 57esima nella sprint, era già stata protagonista domenica 13 di una bella rimonta di 20 posizioni nella pursuit vinta dalla Roeiseland commettendo 3 soli errori su 20 (come la Wierer sesta e meglio della Vittozzi, 4 e 32sima) chiudendo a 5'23" dalla norvegese che ha inflitto a tutte dei distacchi pesanti.
Ora per Samuela Comola è il momento del ritorno e soprattutto dei festeggiamenti a Champorcher, previsti per domani, domenica, alle 16.30 dopo l’arrivo a Malpensa e il ritorno a casa.
Comunque a fare festa più tutti tra i valdostani è senza dubbio il tecnico Patrick Favre di Oyace che con la Francia ha vinto 3 ori - 2 con Quentin Fillon Maillet e proprio ieri, venerdì, con Justine Braisaz nella mass start - e 4 argenti.