L’innovazione indolente

Mentre la Skyway da un esempio di efficienza avanguardistica, utilizzando una nanotecnologia ecologia al 100 per cento, un rivestimento trasparente che, una volta steso sulle vetrate ed entrato in contatto con luce ed aria, tramite un processo di ossidazione, decompone alcuni inquinanti presenti nell'aria, come ossidi di azoto e polveri sottili, patogeni e microrganismi come muffe e funghi, trasformandoli in sali, acqua, anidride carbonica, il transatlantico universitario, finalmente al varo, continua a svettare luminoso, ad accendere le notti dei valdostani. Dopo perdite d’acqua, riappalti per gli arredi, fermi e riprese dei lavori, sembra di assistere al varo di una nave spaziale, con tempi che neanche la Nasa a Cape Canaveral avrebbe.

Si spera almeno che il progetto, tutt’altro che in armonia col paesaggio, sia stato studiato per reggere alle intemperie del mare, non un oceano effettivo a cui sembra pronto, ma il mare di burocrazia che si è spanso intorno al rifacimento di un’ex caserma, che doveva semplicemente diventare un’università.

Quindi se, nonostante non esistano trasporti efficienti, l’innovazione, abbia trovato il modo di imbarcarsi alla volta della Valle d’Aosta, ed abbia potuto atterrare con successo a Courmayeur, non si capisce perché un po’ di evoluzione non sia stata trasportata fino in via Monte Solarolo ad Aosta.

Il progetto di Mario Cucinella, ideato, leggiamo, ispirandosi a un ghiacciaio, si staglia nelle vie strette della città romana, fra mura antichissime, alberi e aiuole, case e palazzi, più come un’astronave portata dagli alieni; tuttavia a parte l’estetica ci auguriamo che garantisca, come pubblicizzato, le esigenze ambientali essendo davvero “climaticamente reattivo” ed in grado di rendere l’università valdostana “uno dei primi edifici pubblici italiani NZEB (Nearly Zero Energy Building)”.

Ambizione eccellente, che da sempre sostengo quando ricordo che non abbiamo molti numeri a nostro favore e quindi sia sempre necessario puntare sulla credibilità avanguardistica delle nostre offerte.

Mi pongo solo una domanda: l’innovazione resta tale se ci mette - dal momento in cui è pensata a quello in cui è realizzata - più di 14 anni?