L’iniziativa non convince, timore soprattutto per le varianti
Il governo italiano ha introdotto un pass verde nazionale che entrerà in vigore a partire dalla metà di maggio. Un certificato che consentirà ai cittadini europei e immunizzati guariti dal Covid o negativi al tampone di circolare liberamente in Italia. L’iniziativa aiuterà il turismo? Cosa ne pensano i valdostani?
Luca Armand: «L’iniziativa a mio avviso è valida fino ad un certo punto, non ci potrà garantire con assoluta sicurezza che alcune varianti del Covid possano subentrare e innescare nuovi focolai poi difficilmente gestibili. Poi non sappiamo se effettivamente tutti i vaccini riescono a contenere le varianti, come la brasiliana o peggio ancora l’indiana che stanno dilagando ovunque».
Claudia Finelli: «Una carta verde che di primo impatto pare positiva, poi se si scende nei dettagli, lascia perplessi. Credo che molto dipenda dalla condotta e dal buon senso delle persone, perché solo continuando a mantenere le regole basilari riusciremo a evitare una nuova ondata di Coronavirus. Il tampone non è sicuro e altre varianti si stanno diffondendo velocemente e con maggiore aggressività. Mi pare di avere capito che la carta verde si estende solo in Europa, però non possiamo dire se in precedenza i cittadini europei non siano entrati in contatto con altri paesi, extraeuropei».
Carla Cretier: «La situazione è complicata e il virus trova sempre la maniera di sopravvivere. Però noi manteniamo un atteggiamento positivo, considerato che al momento in Italia e in tutta Europa sono stati effettuati milioni di vaccini, credo che si possa tentare di riaprire la parte turistica e dare la possibilità di guadagno alle imprese alberghiere».
Marika Caccamo: «Non sono d’accordo con l’iniziativa “carta verde” perché di fatto presenta troppi rischi: un tampone effettuato sul momento non riesce a garantire una sicurezza a 360 gradi ed escludere a priori l’eventualità di nuovi contagi. Bisogna poi fare i conti con le varianti, perché non sappiamo con chi sono venuti a contatto tutti. Se poi l’iniziativa sfugge di mano, a questo punto avranno fatto più male che bene al turismo, costringendoci poi ancora a lockdown e zone rosse».
Roberto Vitale: «Difficile stabilire a priori se l’iniziativa promossa dal Governo con l’obiettivo di rilanciare il turismo, non possa trasformarsi poi in una situazione a rischio. Non condivido l’idea inoltre perché è discriminante: il governo infatti prima ci dice che ci sono i vaccini, ma non siamo obbligati a farli, poi si comincia con la carta verde per arrivare poi a un vero e proprio passaporto Covid: se non hai fatto il vaccino sei escluso e questa è ovviamente una forma di obbligo».
Stefania Moro: «La carta verde proposta dal Governo è valida, l’economia è in ginocchio e occorre subito rilanciare il turismo. Resta evidente che un margine di rischio potrebbe restare, comunque vale la pena tentare: in Italia e in Europa abbiamo una alta percentuale di vaccinati».