L’indicazione geografica “Mele della Valle d'Aosta” rigettata dal Ministero per una questione linguistica

Pubblicato:
Aggiornato:

«Nel 2021 gli uffici dell'Assessorato hanno collaborato con la Cofruits e con l'Institut Agricole Régional per predisporre la documentazione necessaria per l'ottenimento dell'indicazione geografica "Mele della Valle d'Aosta": istanza che, al momento, è stata rigettata dal Ministero per questioni di ricerca storica dal punto di vista linguistico (la storia parla di "pommes en Vallée d'Aoste" e non di "mele in Valle d'Aosta"). Un problema che dovrà sicuramente essere affrontato». Lo ha detto giovedì scorso, 8 giugno, in Consiglio Valle, l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Carrel, rispondendo in aula ad un'interpellanza della Lega Vda sulla promozione delle mele valdostane. «Al momento non esiste un censimento puntuale delle piante di melo. - ha proseguito Marco Carrel - Negli anni Novanta è stato istituito un “catastino frutticolo” per gestire la fitopatia ma nel tempo non è più stato aggiornato. Stiamo lavorando per creare lo schedario frutticolo, finalizzato al censimento nel dettaglio di superfici e produzioni per poi agire di conseguenza. In Valle c'è un buon numero di micro-aziende a conduzione familiare e anche la frutticoltura imprenditoriale è ben sviluppata: alla Cofruits ogni anno vengono conferiti più di 15mila quintali di mele da 55 soci produttori alla quale si aggiungono altre importanti realtà che lavorano circa 10mila quintali di mele. La mela e suoi derivati sono stati valorizzati durante appuntamenti di show-cooking, alla manifestazione "Mele Vallée" di Antey, al Marché au Fort».

«Quello dell’indicazione geografica “Mele della Valle d’Aosta” è un dossier che continuiamo a seguire con attenzione: - ha conclusl’assessore Marco Carrel - sono convinto che, grazie anche ai dati dello schedario frutticolo, potremo portare avanti il lavoro con maggiore efficienza nel futuro».

«È paradossale: - ha replicato il Consigliere Lavy - siamo in presenza di un settore che è in salute, ma manca una base di dati per attuare delle politiche di gestione e promozione. Bene che si stia lavorando allo schedario, perché bisogna avere una fotografia delle specie di mele coltivate in Valle d'Aosta. Oggi la Renetta sta patendo rispetto ad altre varietà, perché ci sono dinamiche di coltivazione, produzione e commercializzazione che la sfavoriscono. Purtroppo c'è sempre stato uno scarso dialogo tra Assessorato, Institut Agricole e produttori, serve però fare un lavoro tecnico da un lato e di valorizzazione del prodotto dall'altro, articolato su 3 azioni: promuovere lo studio e l'utilizzo del portinnesto M9 anche per la mela Renetta in modo da rendere più semplice la messa a dimora sui filari, considerate le maggiori difficoltà del portinnesto franco; creare una misura a superficie che valorizzi e incentivi chi coltiva piante di Renetta, vista la sua produzione non costante negli anni; lavorare per ottenere la denominazione Dop per la mela Renetta».

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930