L’imprenditore con il «sacro fuoco» della politica e dell’autonomismo: addio ad Ezio Quendoz

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Uomo ascoltato e rispettato, vera anima amministrativa ed imprenditoriale dell’autonomismo valdostano, però sempre lontano dalla ribalta pubblica, è scomparso mercoledì scorso, 13 aprile, Ezio Quendoz, a causa di una malattia che in quattro mesi se l’è portato via, dopo un rientro difficoltoso da Santo Domingo dove da tempo trascorreva alcuni periodi dell’anno. I funerali sono stati celebrati nella mattinata di ieri - venerdì 15 - nella chiesa parrocchiale di Sant’Orso a Jovençan, il paese dove era cresciuto e dove nel 1971 fu tra i fondatori della Quendoz Srl, attualmente azienda molto nota nel settore della raccolta dei rifiuti ma all’epoca solamente un’idea in prospettiva.

Ad Ezio Quendoz infatti le idee non mancavano come pure la passione politica e l’impegno nell’autonomismo valdostano. Nato il 27 marzo del 1945, ha sempre assecondato il suo interesse per l’attività politica vissuta in prima persona, tenendosi comunque al riparo dalla luce dei riflettori, discreto malgrado il ruolo di primo piano.

Da giovane aveva fatto parte degli organismi direttivi del Leone rampante e aveva vissuto da vicino le diaspore degli autonomisti, aderendo alla scissione progressista e poi partecipando alla ricomposizione nell’Union Valdôtaine. Il suo ruolo di amministratore del Mouvement lo vedeva organizzatore dei famosi Rendez-Vous, come pure protagonista della gestione della testata giornalistica Le Peuple Valdotain e dell’Imprimerie Duc di Aosta, oltre che di tutti i beni immobiliari facenti riferimento alla galassia unionista, come i capannoni di viale dei Partigiani e la vicina palazzina, storica sede dell'Union Valdôtaine.

Le origini della Quendoz Srl invece sono simili a quelle di molte imprese di autotrasporto: fondata nel 1971 per svolgere lavori generici, negli anni Ottanta arrivò a gestire una decina di veicoli.

Poi la svolta, quando entrò in azienda il figlio Jean Louis, che in sintonia con Ezio puntò sulla raccolta dei rifiuti urbani, una scelta impegnativa e rischiosa, però vinta come dimostra la situazione attuale. La Quendoz conta oggi circa centocinquanta operatori e ha conosciuto una forte espansione tra gli anni Novanta e Duemila, quando i figli Jean-Louis e Michèle hanno affiancato il padre Ezio nella gestione, per poi raccoglierne il testimone.

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