L’impegno dei veterinari per curare gli animali garantendo la sicurezza

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L’emergenza Covid-19 sta cambiando per forza di cose lo stile di vita delle persone. Trattandosi di un virus che infetta gli esseri umani, inizialmente è passato in secondo piano l’aspetto veterinario legato alla cura degli animali d’affezione, come cani, gatti, conigli e criceti. «Tutti i veterinari hanno ricevuto indicazioni su come comportarsi - precisa la presidente dell’Ordine dei veterinari della Valle d’Aosta Sandra Ganio - e l’ultimo decreto ministeriale di domenica scorsa, 22 marzo, ha individuato il servizio veterinario tra le attività essenziali per la salute e il benessere degli animali, attività che devono essere svolte solo in regime di urgenza. Vengono messe in atto anche delle procedure per intervenire se l’animale è in casa di persone in isolamento. Era necessario, infatti, stabilire come dare indicazioni ai proprietari di animali che si trovano in questa condizione. Per le cure e la gestione di tutti i giorni di questi animali, come portare a passeggio i cani per esempio, intervengono anche i volontari dell’Avapa. Inoltre, ci sono disposizioni precise se l’animale necessita di visita o intervento urgente, in tal caso l’isolato non esce assolutamente, si va a prendere a casa l’animale da portare dal veterinario e vengono disinfettati trasportino, collare e guinzaglio». Il veterinario, che in un “triage” telefonico valuta se l’animale necessita di essere assistito in regime d’urgenza, cercherà di evitare il contatto con la persona che accede all’ambulatorio. Perché, è importante ricordarlo, il contagio non avviene tra animali e persone, ma esclusivamente tra esseri umani.

«La nostra clinica - dice Rhémy Bionaz, titolare con Alessandro Mosca dell’ambulatorio di Corso Lancieri di Aosta, nel capoluogo regionale - è aperta per le emergenze e per animali che abbiamo già in cura come pazienti gravi e che, soprattutto, già conosciamo. Cerchiamo nel limite del possibile di distanziare nel tempo i clienti, non li facciamo entrare in ambulatorio. Prendiamo i l’animale e lo portiamo all’interno, il proprietario resta fuori dalla struttura. L’animale viene visitato, curato, se necessario operato, e restituito al suo padrone sempre all’esterno dell’ambulatorio. La ricettazione elettronica e questo, soprattutto oggi, ci consente di fare le ricette al telefono per i clienti di cui conosciamo le esigenze e che a loro volta possono recarsi direttamente in farmacia a prendere i medicinali per i propri animali».

«Nel mio ambulatorio - spiega Jessica Nicco la cui attività è via Croce di Città - se l’animale è gestibile viene visitato senza la presenza del padrone, proprio per evitare il contatto diretto tra il veterinario e le persone. Il triage telefonico permette di capire il problema. E se non si ravvisa l’urgenza si prescrive tramite ricetta elettronica che si può girare direttamente anche tramite Whatsapp, altrimenti si procede su appuntamento».

«L’ambulatorio è chiuso, ma siamo operativi in qualsiasi caso di emergenza, - afferma Giorgio Cerana titolare, in città, con il collega Federico Moro della clinica veterinaria di piazza Mazzini - valutiamo per telefono di cosa si tratta: incidenti, patologie gravi. Usiamo tutte le accortezze che in realtà avevamo già adottato prima che entrassero in vigore i decreti. Quindi i proprietari aspettano fuori dall’ambulatorio, nel caso facesse freddo aspettano in sala, una persona sola alla volta con tanto di mascherina e guanti. Noi prendiamo l’animale, facciamo gli accertamenti dovuti, nel caso interveniamo chirurgicamente».

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