L’ex pm Pasquale Longarini chiede un maxi risarcimento ai carabinieri

L’ex pm Pasquale Longarini chiede un maxi risarcimento ai carabinieri
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L’ex procuratore capo facente funzioni di Aosta Pasquale Longarini ha chiesto un risarcimento per complessivi 300mila euro a 4 carabinieri. Non si tratta, però, di una causa civile, almeno per il momento, ma di una lettera di richiesta danni inviata dagli avvocati Ascanio Donadio e Corinne Margueret. A riceverla sono stati il colonnello Massimiliano Rocco, il tenente colonnello Samuele Sighinolfi, il maresciallo Giovanni Manocchi e il luogotenente in congedo Cesare Neroni.

I 2 ufficiali non sono più in servizio ad Aosta - furono, rispettivamente, Comandante del Gruppo Aosta e del Reparto operativo - e il magistrato, attualmente in servizio a Imperia come giudice civile, chiede loro 100mila euro ciascuno, mentre 50mila euro ognuno è la pretesa risarcitoria avanzata nei confronti dei sottufficiali.

La vicenda è collegata all’inchiesta che coinvolse Pasquale Longarini e che culminò, il 30 gennaio 2017, con il suo arresto. L’allora Procuratore capo finì ai “domiciliari”, accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento. L’anno scorso, a ottobre, dopo 2 sentenze di assoluzione e 4 anni di processi, Pasquale Longarini è stato definitivamente scagionato, quando la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale di Milano. Gli accertamenti erano stati svolti dalla Guardia di Finanza del capoluogo lombardo. Il fascicolo venne aperto dalla Procura milanese in quanto competente ad indagare sui magistrati del distretto che include la Valle d’Aosta. Nella richiesta di risarcimento danni i legali di Longarini scrivono: «La non corrispondenza al vero di quanto dichiarato è stata certificata dal gup del Tribunale di Milano e ribadita dal la Corte d’Appello». Nella sentenza di secondo grado, in particolare, la Corte d’Appello milanese aveva sottolineato che il processo al magistrato era stato «Originato da quanto è stato riferito, contrariamente al vero» dal tenente colonnello Sighinolfi al Pubblico ministero che lo aveva sentito durante le indagini, assieme ad altri colleghi. Che sono i destinatari della richiesta di risarcimento.

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