L’ex mulino di Blavy salvato dal degrado Lavori per trasformarlo in un’abitazione

L’ex mulino di Blavy salvato dal degrado Lavori per trasformarlo in un’abitazione
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Come in tutti i villaggi della Valle d’Aosta, anche a Blavy di Nus era in funzione, nel periodo successivo alla raccolta della segale, un piccolo mulino, utilizzato per macinare il cereale e produrre le farine destinate alla panificazione.

Abbandonato da tempo, con il tetto in pessime condizioni ed i segni evidenti di un incendio, l’antico mulino di Blavy è in corso di restauro e diventerà un’abitazione che per la proprietaria - Cristina Corino di Nus - costituirà pure un ricordo tangibile del nonno Giuseppe Berriat, dal quale nel 1992 ha ereditato la metà del fabbricato, mentre la parte restante l’ha acquistata nell’agosto del 2017 dai fratelli Pierina e Angiolino Berriat di Ville sur Nus a Quart.

Il progetto di recupero è dell’architetto Diego Salto di Saint-Marcel ed i lavori sono eseguiti dall’impresa edile di Andrea Blanc di Nus, con già portati a termine gli interventi di consolidamento dell’intera muratura attraverso la realizzazione di un cordolo sottostante al tetto, che è stato rifatto prima dell’inizio dell’inverno, con una sporgenza minima - trenta centimetri - come usava un tempo per edifici del genere.

Il fabbricato del mulino è uno dei più antichi del villaggio, ma le uniche notizie risalgono alle verifiche che nel novembre del 1770 portarono alla creazione del catasto: in quella data il mulino aveva una sola macina e risultava di proprietà dei fratelli Porliod - Jean André, Jean Baptiste e Jean Barthélemy, figli di Jean Jacques - che possedevano a Blavy pure un forno privato. Probabilmente dei lavori vennero effettuati negli anni Trenta del Novecento, quando il proprietario era Marcellino Berriat visto che nell’intonaco è incisa la data 1931.

Durante i recenti lavori, negli scavi all’interno sono state rinvenute delle vecchie macine, testimonianza della loro sostituzione nel tempo. «Il mulino poggiava sulla roccia affiorante dal terreno e quindi verrà posizionato un nuovo pavimento in legno per renderlo abitabile. - spiega l’architetto Diego Salto - Inoltre è nostra intenzione valorizzare l’antico passaggio interno dell’acqua che faceva girare le pale dell’ingranaggio, mantenendo questo canale visibile sotto la pavimentazione del piano terra. All’esterno verranno ripristinati i giunti della muratura in pietra, utilizzando delle malte a base di calce nel rispetto del passato, mentre gli interni saranno realizzati integralmente, con la fine lavori prevista per il mese di settembre del 2022.»

Diventerà quindi un’abitazione particolare quella di Cristina Corino che su richiesta potrà essere visitata, in quanto per il restauro del mulino ha beneficiato di un contributo della Regione di 26mila euro, pari al 60 per cento della spesa ammessa di 43mila euro.

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