L’emergenza del ghiacciaio di Planpincieux a Courmayeur terminerà entro dieci anni
L’emergenza del ghiacciaio di Planpincieux in Val Ferret è destinata a durare ancora 5 o 10 anni. Lo afferma Martin Funk della facoltà di Glaciologia dell’Eth di Zurigo, che ha spiegato che la criticità terminerà quando il ghiacciaio - arretrando a causa del caldo - non sosterà più sul cambio di pendenza del pendio sottostante e diventerà pertanto meno pericoloso per la vallata.
L’estate di Courmayeur è iniziata mercoledì scorso, 16 giugno, con questa notizia molto attesa, arrivata all’inizio di una conferenza stampa fortemente voluta dall’Amministrazione comunale. Il sindaco Roberto Rota ha voluto presentare in anteprima il nuovo piano di Protezione Civile di Courmayeur, chiedendo ancora una volta agli organi di stampa di utilizzare le giuste parole “Quando si fa comunicazione d’emergenza”. Il riferimento è relativo alle criticità riscontrate nel 2019 e nel 2020, quando la chiusura della Val Ferret per un possibile crollo del ghiacciaio di Planpincieux diventò - sui media nazionali - un caso da prima pagina. “Voglio solo ricordare che l’eventuale crollo - ha tuonato il sindaco Roberto Rota - interesserebbe un tratto di strada di cinquecento metri. La Val Ferret non è in pericolo, non è in pericolo Courmayeur. Questa è la realtà”.
Il nuovo piano di sicurezza della Val Ferret è stato redatto dal Comune insieme alla Regione e ai tecnici di Fondazione Montagna Sicura dopo i nuovi rilevamenti sul Planpincieux dell’autunno scorso. “Sono stati effettuate indagini con il georadar, le prime dopo quelle del 2013 - ha sottolineato il dirigente del Dipartimento Programmazione, Risorse Idriche e Territorio della Regione Valerio Segor - e in base ai dati sono stati sviluppati dei nuovi scenari di rischio”. Se prima il Comune aveva 3 modalità diverse di gestire l’eventuale emergenza del ghiacciaio da adesso in poi i protocolli da poter applicare saranno addirittura 11. 6 gli scenari principali ai quali si sommano altri 5 sottoscenari: di fatto, in base alla diversa volumetria della parte di ghiacciaio considerata a rischio “Saranno prese in considerazione misure precauzionali diverse”, ammette il sindaco Roberto Rota. Si va dallo scenario 1 - da 16mila e 24mila metri cubi di materiale potenzialmente a rischio crollo - a quello 6, il più catastrofico (più di 800mila metri cubi). La strada che va a Planpincieux verrebbe chiusa se i tecnici di Fondazione Montagna Sicura valuteranno un potenziale crollo di almeno 120mila metri cubi di materiale (scenario 3-4). La strada della Montitta, realizzata nel 2019 per garantire una soluzione alternativa nel caso di chiusura dell’unica arteria viabile della vallata, resterebbe aperta al traffico almeno fino allo scenario 5 (400mila metri cubi).
Così facendo lo spazio di manovrabilità dell’Amministrazione comunale sarà davvero risicato: in base ai dati si sceglierà cosa fare. La speranza di Roberto Rota è che “L’emergenza, come ipotizza Martin Funk, duri ancora per qualche anno soltanto. Nel frattempo dovremo farci trovare pronti e il nuovo piano è stato redatto proprio per questa eventualità”. Nei prossimi giorni le misure adottate dal Comune saranno rese note pure alla popolazione, visto che il tema è molto sentito a Courmayeur. “Conosciamo l’importanza della questione - conclude Roberto Rota - e la nostra politica è quella di spiegare a tutti, e nel miglior modo possibile, come stanno le cose. Purtroppo il montagna il rischio zero non esiste e dobbiamo prenderne atto: la volontà del Comune, comunque, sarà sempre quella di tutelare in primis la vita umana”.