L’emergenza Covid ha consegnato alla Caritas una consistente platea di «nuovi poveri»

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Sono 838 le persone che in Valle d'Aosta si sono rivolte alla Caritas nel 2020, e il 61 per cento sono i cosiddetti nuovi poveri. Lo dice Andrea Gatto, direttore della Caritas diocesana, numeri che - secondo i dati Istat recentemente pubblicati - proiettano la Valle d'Aosta in testa alle regioni con la più alta incidenza di nuova povertà (61,1 per cento) , seguita dalla Campania (57 per cento), Lazio (52,9 per cento), Sardegna (51,5 per cento) e il Trentino Alto Adige (50,8 per cento). Ma chi sono dunque questi nuovi poveri? Si tratta di persone che a causa della pandemia che ha devastato la nostra economia si sono trovate improvvisamente senza un lavoro, senza un reddito. Uomini e donne che in larga parte operavano nel settore del turismo e che con le restrizioni sono state lasciate a casa, quindi soggetti occupati in alberghi, ristoranti, bar, discoteche, anche in attività commerciali devastate da lunghe chiusure che non permettevano il mantenimento del personale.

«Persone che per la prima volta - spiega ancora il direttore Andrea Gatto - si sono avvicinate ai nostri servizi in attesa dei contributi, degli ammortizzatori sociali che sarebbero arrivati dopo un po' di tempo, e devo dire che su questo punto, grazie alla nostra capacità, abbiamo subito messo a disposizione delle risorse per sostenere queste famiglie dato che le necessità impellenti erano bollette da saldare e affitti che scadevano. Poi, piano piano, sono arrivate la cassa integrazione ed altri sostegni che hanno dato più tranquillità a tutti». Un malessere comunque che si aggiunge a quello già preesistente poiché come evidenzia ancora l'Istat, «A livello nazionale, la quota di “poveri cronici” è cresciuta da 5 anni a questa parte del 27,5 per cento, portando solo nel 2020 oltre 1,9 milioni di persone nel circuito delle Caritas».

«Naturalmente questa non è una fotografia esaustiva della povertà - continua il direttore Andrea Gatto -, poiché molte persone non si rivolgono a noi ma ad altri servizi di assistenza».

Una povertà diffusa e che va chiarita, poiché da sempre - come spiega ancora Andrea Gatto -, «La Caritas ha avuto in carico persone senza dimora, clochards, offrendo loro servizi di prima necessità come dormitorio, mensa, docce, distribuzione di abiti, in un numero pressoché rimasto stabile, mentre con la pandemia, a questa fascia si è aggiunta come abbiamo visto quella dei “nuovi poveri”. Dobbiamo però aggiungere che fortunatamente, oltre ai bisognosi, sono aumentate anche le offerte in denaro da privati - alcune delle quali molto importanti -, oltre che da aziende e questo ci è stato di grande aiuto per far fronte all'emergenza».

Una Caritas dunque sempre presente per sollevare situazioni precarie, con i suoi oltre 50 pasti offerti quotidianamente 365 giorni all'anno dalla Tavola Amica di via Abbé Gorret - attualmente solo per asporto -, 2 dormitori - uno in via Stevenin e l'altro in via Gran San Bernardo con posti ridotti a causa delle restrizioni Covid e infine un magazzino in regione Tzamberlet per indumenti e altre necessità. Tutti servizi che presto saranno riuniti nella costruenda Casa della Carità di via Monsignor De Sales a ridosso della Cattedrale, nella quale sarà possibile trovare un centro ascolto, mensa, servizio docce, un ambulatorio medico e alcuni locali per l'accoglienza. Nuovi poveri dunque ma anche nuove e importanti iniziative. Per i contatti con la Caritas, il numero telefonico è 0165 33326, oltre al numero verde 800909216.

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