L’eleganza dell'Art Déco brilla in 230 opere al Forte di Bard
È stata inaugurata la sera di giovedì scorso, 1° dicembre, nel Forte di Bard la monumentale mostra “Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità” alla presenza del curatore Francesco Parisi, della presidente dell’Associazione Forte di Bard Ornella Badery e della responsabile Area Mostre del Forte Annalisa Cittera. L’allestimento, visitabile fino a lunedì 10 aprile, presenta 230 opere - suddivise in 9 sezioni nelle sale delle Cannoniere e delle Cantine della fortezza - tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni che svelano l’evoluzione del Déco in Italia. Il termine, nato dall’abbreviazione del titolo della celebre esposizione parigina del 1925, Exposition International des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, ha avuto una sua precisa fortuna semplificativa e storica nel 1966, con la mostra, allestita sempre nella capitale francese dal titolo “Les ànnees ’25: Art Déco, Bauhaus, Stijl, Esprit Nouveau”. Da allora sono state allestite numerose mostre sull’arte tra le 2 guerre mondiali che afferivano ad un gusto internazionale con una particolare attenzione proprio verso le arti decorative.
Sono esposte non solo le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin, ma anche opere di pittura e scultura, connotate da quel gusto sintetico e lineare che caratterizzò una parte dell’arte italiana di quegli anni. Molte le opere pregevoli, come il pannello in ceramica di Galileo Chini che ornava il salone del Padiglione Italia, il ritratto di Augusto Solari di Adolfo Wildt, anch’esso presente a Parigi, le celebri ceramiche di Francesco Nonni e straordinari dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi che segnano un versante più illustrativo della pittura di quegli anni.