“L’ascensore per il castello di Verrès può favorire il tessuto socio-economico di tutto il territorio”

“L’ascensore per il castello di Verrès può favorire il tessuto socio-economico di tutto il territorio”
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Si torna a parlare concretamente dell’ipotesi di un ascensore per raggiungere l’ingresso del castello di Verrès, come anticipato da La Vallée Notizie sul numero di sabato 24 febbraio. La Giunta regionale ha approvato lunedì scorso, 4 marzo, nell’ambito del Programma regionale Valle d’Aosta Fesr 2021-2027, una “scheda progetto” per approfondire le possibili soluzioni, più efficienti ed efficaci «per agevolare la percorribilità al maggior numero di fruitori possibile, il trasporto di beni e materiali e la realizzazione di un nuovo collegamento tra il borgo di Verrès e il castello». Ai progettisti viene richiesto di studiare anche l’adeguamento delle strade e dei parcheggi, le possibili attività di promozione del castello volte all’inclusione sociale e la valutazione del rapporto tra costi e benefici all’attuazione dell’intervento.

Il castello di Verrès, oggetto di interventi di valorizzazione fra il 2005 e 2006 che ne hanno permesso la sua riapertura al pubblico, risale al XIV secolo ed è attualmente di proprietà della Regione. L’unica via di accesso al portone di ingresso è un ripido sentiero acciottolato, lungo circa 250 metri per un dislivello di 40 metri, che collega il parcheggio al portone d’ingresso e che le persone con ridotta mobilità non riescono a percorrere: così sono numerosi i turisti che arrivano fino al parcheggio, scattano qualche foto e ripartono subito. Già nel 2008, nell’ambito di un progetto Alcotra erano stati commissionati 2 studi di fattibilità, di cui uno volto a sondare un collegamento verticale al castello. L’iter si era però fermato. Ogni anno il maniero è visitato da circa 15mila persone: un numero che potrebbe aumentare in modo significativo con un accesso più agevole, funzionale e turisticamente attrattivo.

«Oltre ad essere utilizzato dal dopoguerra come sede del celebre Carnevale storico che è partecipato come null’altro dalla popolazione, il castello ha nel tempo ospitato mostre ed incontri un po’ a scemare ed è stato sottoposto a opere di consolidamento, come il rifacimento del tetto e di conseguenza del sottotetto, ma anche con un riscaldamento che consente in ampie zone un utilizzo non solo stagionale. - ricorda l’assessore regionale agli Affari europei, Innovazione, Pnrr e Politiche nazionali per la Montagna, il verreziese Luciano Caveri - Resta, pesante come un macigno, la difficoltà di accesso, che avviene ora con un ampio sentiero ben attrezzato, ma che rende - perché si inerpica e con pavimentazione sdrucciolevole - non facile giungere sino alla porta di entrata del castello. Questo limita molto l’attrattività e non a caso nel Forte di Bard è stato a suo tempo realizzato un sistema di ascensori per arrivare in cima alla fortezza e l’analogia non sfugge. Mi occcupai del dossier tanti anni fa con la delusione del suo abbandono. Ora riparte e ne sono lieto. Questo rientra nei fondi Fser e ringrazio i colleghi assessori Jean-Pierre Guichardaz e Giulio Grosjacques con cui si è costruita la delibera. In realtà, con il Comune, bisogna non solo occuparsi del collegamento con il castello, oggi reso difficile dal sentiero di accesso. Ma bisogna anche riflettere sul borgo e la sua valorizzazione, così come sulla maggior messa in rete dei castelli della Bassa Valle. Elementi di riflessione ce ne sono molti e dare una vocazione futura alla fortezza di Verrès significa incidere positivamente sul territorio tutto intero e sul tessuto socio-economico».

«Il collegamento con il castello è un sogno nel cassetto, un obiettivo in cui crediamo e che ora si avvicina concretamente grazie alla sensibilità della Giunta regionale. - commenta il sindaco Alessandro Giovenzi - Ci auguriamo e siamo fiduciosi che il riavvio dell’iter possa portare al compimento dell’opera. La proprietà è della Regione ma come Comune garantiamo il massimo impegno per l’esecuzione di studi propedeutici che garantiscano che si tratti di un intervento non decontestualizzato dal resto del territorio ma che sia di servizio e porti indotto all’intera comunità, alle attività commerciali e al sistema dei castelli di tutta la Bassa Valle».

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