“L’anoressia è un grido di aiuto”
In occasione della Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare, che si svolge ogni anno il 15 marzo, l'ufficio della Pastorale della Salute della Diocesi di Aosta ha deciso di presentare una serata dedicata a queste problematiche, dilaganti soprattutto tra i giovani.
L’iniziativa, dal titolo “I disturbi del comportamento alimentare: salute fisica, psicologica, sociale e spirituale”, è organizzata da don Isidoro Mercuri Giovinazzo, responsabile della pastorale della salute della Diocesi e si terrà venerdì prossimo, 16 marzo, alle 20.40 al seminario vescovile di Aosta in via Xavier de Maistre.
All'evento parteciperanno la farmacista Francesca Bezzi in qualità di testimone, lo psicologo e psicoterapeuta Fabio Pierini, la biologa nutrizionista Caterina Ciancamerla e il medico di famiglia Claudia Piccioni.
Verrà lasciato un ampio spazio alla testimonianza diretta, al fine di dare un taglio umano e spirituale a queste problematiche, di cui si parla ancora troppo poco e spesso in modo non completo: la maggioranza delle conferenze sui disturbi del comportamento alimentare prende infatti in considerazione per lo più gli aspetti clinici e scientifici, a scapito della sensibilità umana che invece è necessario contemplare, da una parte per sottolineare la drammaticità interiore di tali problemi, dall'altra perché proprio l'umanità è indispensabile per il percorso di guarigione. Si tratta di patologie delicate, che vanno risolte con cure mediche specifiche e con un’amorevole dedizione.
«La storia del mio disturbo risale all’adolescenza ed è conseguenza di alcuni traumi che mi hanno profondamente segnata. - racconta Francesca Bezzi, originaria di Novara, che ha trentasei anni e lavora alla parafarmacia di via Porta Pretoria, ad Aosta, città in cui vive dal 2014 - L’anoressia per me non è mai stata un’ossessione per il mio aspetto. Le persone anoressiche strumentalizzano il proprio corpo per esprimere un disagio interiore. E’ un grido di aiuto: se l’anima è svuotata, lo diventa anche il fisico. Sono cattolica praticante e nel mio percorso di guarigione, che prosegue tuttora, mi hanno aiutato moltissimo la fede, la speranza e la preghiera. E anche la vicinanza verso il prossimo: il modo migliore per ricevere aiuto è darne, in uno scambio continuo. Solo l’amore disinteressato e profondo può riempire il vuoto. E’ questo che voglio fare capire alla gente: le persone che soffrono di disturbi alimentari non vanno guardate con diffidenza ma con amore».
Al termine dell’incontro verrà lasciato spazio agli interventi del pubblico. L'evento è a ingresso libero e aperto a tutti.