L’alpino morto in Albania torna a casa dopo 82 anni Saint-Vincent rende omaggio ad Alessandro Déanoz

L’alpino morto in Albania torna a casa dopo 82 anni Saint-Vincent rende omaggio ad Alessandro Déanoz
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Una storia che si perde nel tempo e che oramai, come è inevitabile, vede poche persone in grado di ricordarla. Non per questo, però, ha perso di valore e di significato. Verrà celebrato domani, domenica 15, con tutti gli onori civili, religiosi e militari, il ritorno nel suo paese natio, dell’alpino Giovanni Alessandro Déanoz caduto sul fronte albanese a Bozuchi Spadarit il 9 marzo 1941, a soli 21 anni. L’urna con le ceneri del soldato verrà tumulata nel cimitero di Saint-Vincent nella tomba di famiglia insieme alla mamma Maria Adele Thuegaz. I resti del ventunenne alpino sono tornati in Valle d’Aosta ieri, venerdì 13, provenienti dal Sacrario Caduti Oltremare di Bari dove era stato tumulato dopo il rientro dall’Albania; inizialmente venne sepolto nel cimitero di guerra italiano di Bozuchi Spadarit. Oggi, sabato 14, dalle 15 alle 18, viene allestita la camera ardente nel cimitero di Saint- Vincent, dove l’urna con i resti rimarrà fino a domani, domenica, giorno in cui, alle 11.15, sempre al cimitero verrà celebrata una funzione, con picchetto d’onore, gonfaloni della Regione (medaglia d’oro al Valor militare per la Resistenza) e del Comune di Perloz, decorato della medaglia di bronzo al Valore per la guerra partigiana.

«Per molti anni la famiglia è stata in attesa di una tomba su cui piangere il proprio caro e, nel 2020, l’Amministrazione comunale ha iniziato ad interessarsi per la translazione delle ceneri. - spiega la vicesindaco Maura Susanna - Un iter portato avanti grazie all’interessamento di Michele Maurino di Onorcaduti purtroppo recentemente mancato, che, insieme al Centro addestramento alpino di Aosta, ha seguito tutti i passaggi. Già 3 anni fa avevamo fatto richiesta al Ministero della Difesa ma purtroppo la pandemia ha rallentato l’iter. E’ stato proprio Michele Maurino a risalire al luogo della sepoltura, insieme a un pronipote del soldato deceduto in Albania, Lino Gorris. Il nostro auspicio è che la popolazione partecipi domenica a questo momento dall’alto valore simbolico, per riaffermare il nostro senso di comunità e il rispetto per coloro che hanno sacrificato la vita per il bene di tutti».

L’alpino Giovanni Déanoz era nato nel villaggio di Capard il 4 gennaio 1920; da ragazzo aveva intrapreso il mestiere di falegname fino alla chiamata alle armi avvenuta nel 1940.

«La mamma di Sandro, come veniva chiamato, era la mia prozia Maria Adele Thuegaz, mancata nel 1953, sorella della mia nonna materna Rosalia. - racconta Lino Gorris - Il suo grande cruccio per tutta la vita, come mi racconta ancora oggi mia zia Alice Gorris, 93 anni, era non poter avere una tomba su cui piangere il figlio, partito per il fronte a soli 20 e mai più ritornato. Lo zio Sandro era molto bravo ad intagliare il legno; di lui è rimasta una bella cornice che sarà esposta con una sua fotografia, l’unica rimasta, domenica 15 ottobre».

Maria Adele Thuegaz, sposata con Antonio Déanoz, aveva un altro figlio Arcangelo, emigrato in Francia negli anni Trenta e papà di Nelly, nata nel 1939, che vive a Fontenay-Le-Vicomte, vicino a Parigi. A lei è stata raccontata tutta la storia ma purtroppo domenica non potrà essere presente alle esequie, dopo 80 anni, dello zio Sandro di Saint-Vincent.

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