L’allevamento, una storia di famiglia Saint-Rhémy piange “Etto” Ronc
L’allevamento valdostano è una storia di famiglie. E quella dei fratelli Ronc di Saint-Rhémy-en-Bosses ne è un caso esemplare. Sabato scorso, 26 novembre, tutto il paese si è fermato per dare un ultimo saluto a Ettore Ronc, per tutti “Etto”, testimone silenzioso di un mondo fatto di lavoratori generosi e instancabili, che hanno nel dna il destino degli agricoltori. Erano agricoltori i suoi genitori - Attilio e Carmine Maria Ronc - di cui Ettore fu il terzo figlio, nato il 30 dicembre del 1953, dopo Gabriele nel 1950 e Walter nel 1951 e prima di Diomira nel 1955 e Renzo nel 1958. Dopo l’infanzia nel villaggio di Suil, tutti e 4 i fratelli maschi si formarono alla Scuola di Agricoltura di Aosta - che poi divenne l’Institut Agricole - e lavorarono da ragazzi negli alpeggi della vallata. Poi presero inizialmente strade diverse: Gabriele cominciò a dare una mano in azienda ai suoi genitori, per poi trovare più tardi impiego alla Ceg - Cooperativa Elettrica Gignod. Walter andò a studiare in Svizzera, nel Cantone di Friburgo, come perito agrario specializzato nella lavorazione del latte prima di tornare in Valle d’Aosta e vincere un concorso in Assessorato dell’Agricoltura, dove ha lavorato per 40 anni. Ettore si era innamorato dell’allevamento fin da bambino, e poi da ragazzo, nei mesi estivi all’alpeggio La Cantina, vicino alla casa cantoniera, di proprietà della parrocchia. Lavorò ancora in alpeggio per un anno in Svizzera, poi - dopo brevi esperienze nell’edilizia e come taglialegna - fu assunto alla Maxel di Gignod, così come il fratello Renzo. Dopo qualche anno, il richiamo della natura si fece sentire: per primo fu Renzo a tornare a gestire l’azienda agricola ma quando - nel 1980 - venne a mancare il papà Attilio - ebbe bisogno di aiuto: così lo seguì “Etto”, con Walter che si metteva a disposizione nel tempo libero dal lavoro in Regione. Nel 1984, il grande salto: l’acquisto di un terreno e la costruzione della stalla nuova, sempre a Suil, capace di ospitare fino a 50 capi. I fratelli Ronc di animali allora ne avevano appena una ventina e quando li ricoverarono per la prima volta - nel mese di novembre del 1987 - videro quell’enorme spazio quasi vuoto e temettero di aver fatto il passo più lungo della gamba. Una sensazione che durò poco: l’anno dopo la stalla era piena. A quel punto ad essere diventato piccolo era il mayen di famiglia a Greisson, alla partenza della seggiovia di Crevacol, che poteva ospitare appena 18 bestie. Così nel 1993 lo ristrutturarono creando la nuova stalla e la casera, dove producevano direttamente le Fontine. Nel tempo l’allevamento dei Ronc, che arrivò a contare una settantina di bovini, divenne un punto di riferimento per le pezzate rosse: le loro “borsoline” - belle rosse, con le corna piccole e il muso corto - ottennero parecchi premi in fiere e concorsi: la loro Madrid divenne reina dou lacë con la produzione record di 7.882 litri di latte. La morte della mamma nel 2002 fu un duro colpo: non riuscendo più a fare tutto il lavoro di trasformazione, i fratelli Ronc decisero di conferire il latte d’estate al caseificio di Duclos mentre d’inverno lo portavano al caseificio Gignod.
“Etto” Ronc - che da giovane era appassionato di sci e del gioco del fiolet - verrà ricordato come una persona buona e generosa, sempre disponibile, un gran lavoratore, che andava d’accordo con tutti. Soprattutto, era fortissimo il legame tra i fratelli, che ha sempre permesso loro di affrontare insieme, senza litigi e con unità di intenti, anche le situazioni più complicate. «Se dovevamo prendere una decisione importante, ci sedevamo tutti e 3 intorno a un tavolo: quando ci alzavamo avevamo la soluzione» racconta il fratello Walter. Storie semplici di un mondo che rischia di scomparire.