L’agricoltura, le tradizioni, la musica e gli sport della Valle d’Aosta: è tutto nel cuore di Eugenio Isabel, il sindaco

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Un’intera vita dedicata alla valorizzazione del proprio territorio, alle sue peculiarità agricole e culturali, ed orientata a nuovi progetti per migliorarne le infrastrutture, ma con un occhio sempre rivolto con passione al passato e alle sue tradizioni, che costituiscono un patrimonio da apprezzare e da conservare anche a beneficio delle generazioni future.

In poche parole questo è il percorso di Eugenio Isabel, nato a Doues il 3 gennaio del 1952, da papà Sesto del 1925 originario di Rhins di Roisan e di Delia Diémoz nativa di Doues, classe 1926. La nonna materna Luisa Surroz era di Brusson e da lì si era spostata prima in Svizzera trovando impiego in una fabbrica di tessuti, poi a Doues per lavorare presso alcune famiglie del posto. Qui aveva conosciuto il futuro marito Alessandro Diémoz, poi sposato nel 1919.

Per Eugenio Isabel i primi ricordi sono quelli di un’infanzia tranquilla e felice. «Sono stato figlio unico per quattordici anni, quindi al centro delle attenzioni di tutti. Quindi nel 1966 è nata mia sorella Mary, che ora vive vicino a me, nella stessa casa che nel 2000 abbiamo costruito a Le Chanet, trasferendoci da quella di famiglia che si trova appena sopra, nello stesso villaggio, e che conserva le caratteristiche di fabbricato rurale, visto che papà Sesto e mamma Delia si sono sempre occupati della campagna. Mary è impiegata all’Amministrazione regionale ed è nota per l’hobby della fotografia, è mamma della diciottenne Sylvie Bianquin, che frequenta l’ultimo anno delle superiori e alla quale sono molto affezionato.»

«Mio padre Sesto - ricorda Eugenio Isabel - ha sempre condotto una piccola azienda agricola con una dozzina di capi bovini tra adulti e vitelli, tra cui cinque-sei mucche da latte, di solito pezzate nere secondo la tradizione di Doues. In più ha lavorato prima come aiuto cantoniere, poi come operaio nei cantieri forestali. In precedenza, in estate ha trascorso parecchie stagioni negli alpeggi, avendo come compagno il coetaneo Lino Lovignana, papà dell’attuale vescovo di Aosta Franco Lovignana. La mamma Delia si occupava dell’azienda agricola e coltivava l’orto e pure le piante officinali. A casa tutt’ora abbiamo una vasta raccolta di libri sui benefici della medicina naturale. Era anche appassionata di lavoro a maglia. Purtroppo, negli ultimi anni, a causa di un glaucoma ha perso la vista e non poteva più né leggere né lavorare ai ferri ed è mancata a ottantatré anni, mentre Sesto è stato in buona salute fino a novantuno. Chiusa l’azienda agricola, dopo la morte della mamma nel 2009, mio papà si è allora dedicato al passatempo della scultura in legno, avendo finalmente del tempo libero a ottantaquattro anni e ci ha lasciato in eredità i suoi lavori, tutti caratterizzati da uno stile molto personale e sempre ispirati dalla natura e dal mondo rurale.»

Oltre ad aiutare nell’azienda agricola, Eugenio Isabel ha frequentato le scuole elementari in una pluriclasse a Doues e le medie ad Aosta, per poi intraprendere gli studi di ragioneria ai serali. In lui è ancora vivido il ricordo di due maestre, Vittorina Déleonard di Doues e Bernadetta Dunoyer di Excenex di Aosta, molto affettuose e motivate, che ebbero un ruolo importante nella sua formazione giovanile.

Dopo il diploma, Eugenio Isabel ha lavorato per quarant’anni all’ufficio ragioneria dell’USL della Valle d’Aosta, per i primi dieci negli uffici della Regione e per i restanti trenta nella sede centrale di via Guido Rey ad Aosta, in una perfetta continuità lavorativa e con ottimi rapporti con i colleghi, che ha anche cercato di tutelare e consigliare entrando nel direttivo sindacale del Savt Santé.

Tuttavia la vera vocazione di Eugenio Isabel nel mettersi al servizio degli altri, si è pienamente esplicitata e continua ancora oggi con la sua comunità, quella di Doues. «Sono stato amministratore comunale per trentacinque anni: dal 1990 al 2010 sindaco e dal 1975 al 1990 tra assessore e consigliere. Un amministratore fortunato perché ho sempre trovato tanta collaborazione e un importante sostegno da parte di tutti gli componenti della Giunta e del Consiglio ed una validissima squadra di dipendenti. In Municipio a Doues regnava l’amicizia, tanto che tutt’ora passo sovente per un saluto.»

Nel corso delle sue sette legislature, quattro delle quali da Sindaco sono state sistemati in buona parte gli alpeggi comunali - che sono quattro, Champillon, Moffes, Larveusse, Arp-de-Praz - così come l’area sportiva del capoluogo. Inoltre gli alpeggi e pure i mayens sono stati tutti dotati di energia elettrica, grazie alla collaborazione della Cooperativa Forza e Luce di Gignod e della Regione, un intervento globale molto apprezzato dai conduttori che trascorrono l’estate in quota con i loro animali. L’Amministrazione comunale è riuscita poi, con una lunga pratica burocratica, ad aprire l’ufficio postale, fornendo un importante servizio soprattutto ai più anziani, ed a realizzare, in collaborazione con la Regione, il rifugio alpino intitolato al suo predecessore, lo storico quanto compianto sindaco Adolfo Letey, «autentico montagnard e campagnard», al colle di Champillon a quota 2.465 metri, struttura che ogni anno è più frequentata e che costituisce un importante atout turistico per Doues.

Il Comune, inoltre, organizzava, insieme al professor Flavio Giacosa, frequentatore assi-duo della Valle d’Aosta, degli incontri con personaggi della vita politico-sociale e del mondo dello spettacolo, tra i quali don Luigi Ciotti, la figlia di Aldo Moro Agnese, il giudice Gian Carlo Caselli, la cantante Gigliola Cinquetti, la giornalista Lorena Bianchetti e altri ancora.

Nel suo impegno per Doues, non poteva mancare l’attività a favore dell’agricoltura, sia nel Consorzio di miglioramento fondiario Ru du Mont e Ru de By, prima come segretario e attualmente come revisore dei conti, che come fondatore nel 1977, con alcuni amici dei due paesi, del Comité Bataille de Reines di Doues e Ollomont, che nell’anno successivo iniziò ad organizzare il concorso eliminatorio nella conca di By, spostato ad estati alterne a Champillon grazie alla realizzazione di un’apposita area. «Questa attività mi ha dato particolare soddisfazione, anche per merito dei brillanti risultati ottenuti nelle batailles dagli allevatori di Doues», commenta Eugenio Isabel. «Sono molto affezionato all’ambiente agricolo, che è il mio mondo, è una vera passione che mi hanno trasmesso i miei genitori, gli amici allevatori e il mio predecessore sindaco Adolfo Letey. Tanto che, da quando sono in pensione mi occupo dell’orto e del frutteto intorno a casa e di diversi appezzamenti adibiti alla coltivazione delle patate. Partecipando sempre alle varie rassegne zootecniche, alle désarpe, alle fiere e alle batailles, così parlando con i protagonisti sono a conoscenza dei diversi problemi del mondo agricolo. Tra questi una burocrazia invadente e complicata, la necessità di avere delle certezze sulle date di erogazione dei vari contributi, l’importanza della valorizzazione dei prodotti del territorio e l’esigenza di incentivare degli interventi a favore delle rassegne e delle altre manifestazioni di promozione del settore. Si parla tanto della legge della montagna e bisogna considerare che il lavoro agricolo in alta quota è molto più impegnativo e meno remunerativo del medesimo lavoro in pianura. E’ un’agricoltura eroica.»

«I Consorzi di miglioramento fondiario - prosegue Eugenio Isabel - hanno un ruolo importante per il mantenimento dell’integrità del territorio. Grazie alle corvées e dedicando ore di lavoro gratuito, vengono puliti e tenuti in sicurezza i canali di scarico e le condotte irrigue, evitando così gli smottamenti e le frane che possono causare notevoli danni. Gli impianti di irrigazione a pioggia, che sono ormai logori, necessiterebbero di una ristrutturazione e di un’eventuale sostituzione. Ultimamente abbiamo anche il problema della presenza dei lupi che fanno strage dei nostri animali: oltre al danno economico, c’è pure un danno morale per gli allevatori, che si impegnano da sempre a migliorare ed a selezionare il nostro patrimonio zootecnico. Un altro problema particolarmente sentito è relativo al trattamento pensionistico degli agricoltori, troppo basso dopo una vita di lavoro e con ben poche pause. Sono convinto che siano infatti gli agricoltori i protettori del nostro territorio di montagna, i veri giardinieri dell’ambiente. Sono il loro impegno e la loro passione a garantire le passeggiate in un territorio pulito e coltivato, per un turismo che ama la tranquillità e il paesaggio.»

A conferma di questa sua tesi, Eugenio Isabel ricorda l’opuscolo «L’abandon de noutra tera» pubblicato nel 1975, ai tempi in cui in alcuni paesi esistevano i Centres d’action culturelle: «Per evitare questo abbandono, che comporterebbe inevitabilmente lo spopolamento dei piccoli villaggi e la fine del turismo naturalistico, è necessaria una politica agricola volta alla salvaguardia dei nostri campagnards e montagnards. Come già dicevamo più di trent’anni fa.»

Sono tanti gli aneddoti ed i ricordi che riaffiorano nella sua mente. Per esempio, le ami-chevoli discussioni con il geometra Renzo Barocco, allora sindaco di Quart: «Mi vantavo che Doues possedesse il più grande alpeggio della Valle d’Aosta, Champillon appunto, mentre Renzo Barocco ribatteva che a Quart è l’alpeggio di Fontin, che ha dato il nome alla fontina, come confermato dalle ricerche storiche.»

Altri momenti che ripensa sempre con gioia sono «le simpatiche veillà nelle latterie tur-narie dei nostri villaggi, che, quando si conferiva il latte, diventavano luoghi di ritrovo e di convivialità». «Quando sono stato designato segretario del Consorzio Ru du Mont e Ru de By, il mio predecessore, il compianto Ettore Cheraz, mi disse che, se avessi avuto bisogno di fare delle comunicazioni agli utenti, bastava stampare quattro copie dell’avviso e affiggerle alle porte delle quattro latterie del comprensorio di Doues e tutti ne sarebbero venuti a conoscenza, d’altronde allora non esistevano ancora i cellulari...»

«Sono particolarmente contento - commenta Eugenio Isabel - che a Doues molti giovani abbiano intrapreso l’attività agricola e che i nostri terreni siano ben tenuti, curati e con-servati. Oltre all’allevamento bovino, alcuni dei nostri ragazzi valorizzano le capre da combattimento, conseguendo degli ottimi risultati. E’ da segnalare anche la realizzazione, da parte di due giovani ideatrici, Elide Ansermin e Tiziana Gerbaz, di uno splendido orto-giardino che si chiama “Aline, lo courti de la santì”, dal nome della nonna di Elide nonché zia di Tiziana, che è esemplare perché produce ortaggi e fiori completamente biologici, utilizzando l’acqua del Ru du Mont, senza pesticidi e senza prodotti chimici, oltre ad essere veramente ben tenuto.»

Eugenio Isabel fa parte pure del consiglio parrocchiale di Doues e è sempre pronto ad aiutare la locale Pro Loco e il Gruppo degli Alpini per le varie manifestazioni. Tra i suoi tanti interessi, essendo molto legato alle tradizioni della Valle d’Aosta e al franco-provenzale, è stato per diversi anni nel consiglio del Comité des Traditions Valdôtaines e scrive tutt’ora degli articoli in francese, in particolare sui temi dell’agricoltura, per «Le Flambeau», la rivista del Comité. E’ iscritto al Centre des études francoprovençales René Willien di Saint-Nicolas e collabora con la scuola di Doues per la partecipazione al Concours Cerlogne. Poi come dimenticare il suo amore per gli sport tradizionali, in particolare la rebatta - che a Doues è di casa, con la realizzazione dell’area intitolata all’amico Mauro Déleonard, grande giocatore, scomparso molto giovane per un male incurabile - e lo tsan, che era praticato in gioventù da papà Sesto nelle squadre di Roisan. Gioca anche volentieri a belote, i cui segreti ha imparato da un altro amico scomparso prematuramente, Lucio Favre, campione valdostano e protagonista di molti tornei. Infine, il canto e la musica popolare, visto che è facile incontrarlo nelle varie rassegne regionali e che possiede un’ampia collezione di testi delle antiche melodie tradizionali dell’arco alpino.

E’ grazie alla passione e all’energia di personaggi come Eugenio Isabel che hanno dedicato tanto del loro tempo agli altri e alla comunità, che la Valle d’Aosta può vantare ancora un patrimonio agricolo con prodotti realizzati a regola d’arte, offrendo un paesaggio curato come avviene a Doues, senza segni di abbandono, tanto da costituire uno dei punti di forza anche del turismo, e un bagaglio di tradizioni linguistiche, sportive, musicali e culturali che la rendono davvero unica. Dietro a questa regione, che ammiriamo oggi, sono però l’entusiasmo, le idee e l’impegno di tanti valdostani che concorrono verso un unico obiettivo: la valorizzazione di un territorio difficile e di straordinaria bellezza.

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