L’addio di Gressan alla regina del “Pezzoli”

L’addio di Gressan alla regina del “Pezzoli”
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«Mamma ara repousa te.» Queste sono le ultime parole che Piera Pezzoli ha ascoltato prima di partire per il suo nuovo viaggio, leggera come una piuma, volteggiando come faceva lei, da un tavolo all’altro, da un commensale all’altro. E’ rimasta solo una notte all’Ospedale di Aosta prima di andarsene, non prima però di salutare tutti i suoi cari, prima di sciogliere per sempre quello chignon biondo, che con il tempo era diventato la caratteristica che la rendeva immediatamente riconoscibile nel ricordo di migliaia di persone.

Perché il “Bar Ristorante Pezzoli” di Gressan era la casa di Piera e la casa di tantissimi suoi clienti, una casa cresciuta con lei, da quel piccolo spaccio di paese lungo la strada, chiamato “La gabella”, aperto nel 1938, pochi mesi dopo la sua nascita, avvenuta il 29 novembre del 1937. Il papà Giovanni Pezzoli e la mamma Albina Linty, per tutti Binetta, con coraggio si misero in affari e Piera fu la protagonista principale di questa grande storia. Quando aveva una decina di anni “La gabella” ottenne anche la licenza dei sali e dei tabacchi, abbinata al posto telefonico pubblico di Gressan e poi a quella prima sala costruita nella nuova casa per fare ballare. La stessa sala dove due volte al mese il fotografo aostano Othmar Freppaz proiettava i film prima dell’arrivo nel 1956 della televisione, l’unica della zona, un avvenimento per l’intero paese.

Nel 1957 alla morte di Giovanni Pezzoli, la figlia Piera ha vent’anni e insieme al fratello Carlo tante idee, a cominciare dal distributore di benzina che nel 1958 viene costruito nello slargo a fianco alla casa, di fronte alle scuole. Poi il primo jukebox di Gressan, la voglia di ballare ogni domenica nella sala che venne poi riconvertita a bar e quindi la nuova costruzione, con la sala ristorante per oltre duecento coperti, l’albergo con dodici camere e la famosa taverna, un must per il tempo, ogni domenica aperta al ballo con l’indimenticabile sequenza tre lisci, tre moderni e un lento e quindi per la festa patronale e in tante altre occasioni, come i comizi elettorali, le feste degli allevatori, quelle della rebatta e del calcio, gli incontri dei coscritti, tutti in egual misura importanti per la storia contemporanea di Gressan.

In tutto questo Piera e il suo chignon biondo erano sempre lì. Che fosse da servire un caffè, da rifornire un’auto di benzina, da vendere del trinciato, da cucinare per dieci come per duecento persone, da organizzare i clienti delle camere, da accompagnare la musica della taverna, Piera era sempre lì, nel suo mondo. Fu proprio al “Pezzoli” come ormai si chiamava, identificando lei con la sua attività, che Piera conobbe Piero, anche lui figlio del settore, con i genitori che avevano un bar tabacchi e spaccio a Senin di Saint-Christophe, però perito elettrotecnico e dipendente dell’Enel. Si sposarono nel 1970, l’anno di nascita di Gianni, il primogenito, prima di Paolo, del 1972. Anche loro due crebbero al “Pezzoli” ed impararono subito che il lavoro non ha età.

D’altronde l’esempio di Piera era incredibile, mai mollare, mai, sempre presente e tutti dovevano fare la loro parte. Piero venne subito coinvolto come cassiere delle serate danzanti e quando rientrava dalla centrale di distribuzione del Buthier ad Aosta si trasformava in barista, allo stesso modo facevano tutti, i ragazzi Gianni e Paolo, il giovane nipote Luciano Pezzoli, la cognata Romana Martinelli. Perché il “Pezzoli” rimane una rarità nel panorama valdostano, considerato come da più di ottant’anni non ha perso il suo ruolo per l’aggregazione non solo della comunità di Gressan, punto di incontro per generazioni di valdostani, dall’entusiasmo dei giovani che amano ballare alla saggezza degli anziani che giocano a carte.

E questo mondo di generazioni Piera Pezzoli lo ha attraversato come una regina, sempre pettinata a puntino, sempre sorridente, sempre complice ad accogliere le confidenze ed i segreti di tanti, sempre discreta eppure capace di vedere e di controllare tutto, una donna che ha segnato un’epoca, la sua e pure la nostra.

Per Piera Pezzoli lunedì scorso, 15 marzo, nella chiesa di Gressan si sono dati appuntamento in tanti, proprio tanti, malgrado le restrizioni. Lei si era spenta nella serata di venerdì 12 all’età di ottantatré anni e quattro mesi, esattamente gli stessi anni e mesi della mamma Binetta quando morì e per entrambe il funerale è stato organizzato di lunedì, guarda caso il giorno di chiusura del “Pezzoli”. Ora quando diremo “allen i Pezzoli” oppure chiederemo “te passe i Pezzoli?” in tutti noi un ricordo nella mente mostrerà l’immagine lontana di quel sorriso complice e di quello chignon fuori dal tempo.

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