L’addio ai tre allievi del corso guide travolti da una valanga a Rhêmes
E’ stata la settimana degli addii ai 3 allievi del corso per guide alpine uccisi dalla valanga che giovedì scorso, 13 aprile, si è staccata in Val di Rhêmes sotto la punta Goletta, a 3.250 metri di altitudine, nei pressi del col de la Tsanteleina. Sabato scorso, 15 aprile, nella chiesa di Santa Croce, in via Aubert ad Aosta, è stata allestita la camera ardente con i feretri di Sandro Dublanc, 44 anni, Lorenzo Holzknecht, 39 anni, e Elia Meta, 37 anni. Sono stati accolti dalle guide alpine, dai maestri di sci e dai militari della Guardia di Finanza alla presenza del Presidente della Regione Renzo Testolin, dell’assessore regionale al Turismo Giulio Grosjacques e dalla senatrice Nicoletta Spelgatti. I funerali sono stati celebrati separatamente: lunedì 17 a Hône per Sandro Dublanc, martedì 18 nella chiesa parrocchiale Santa Margherita di Entrèves per Elia Meta e mercoledì 19 a Bormio per Lorenzo Holzknecht.
Sandro Dublanc lavorava nell’azienda di famiglia a Hône, la Aspro, che si occupa di lavorazione e assemblaggio prodotti tecnici in plastica. Lascia il papà Livio, originario di Issogne ed ex autista della Vita, la mamma Paola Vaser e la sorella Laura.
Elia Meta, nato a Ravenna nel 1986, e cresciuto a Bertinoro, in provincia di Forlì-Cesena, si era arruolato nella Guardia di Finanza nel 2011 e dopo aver frequentato il corso di tecnico soccorso alpino era stato destinato, l’anno dopo, alla stazione di Entrèves, dove era in servizio con il grado di appuntato. Abitava a Villeneuve, con la moglie Chiara Paternoster, dipendente regionale, con cui si era sposato nel 2017. Dal loro matrimonio è nato Giorgio che ha 4 anni.
Lorenzo Holzknecht, valtellinese nato a Sondalo e cresciuto a Bormio, entrambi in provincia di Sondrio, è stato un atleta della nazionale italiana di scialpinismo, aveva vinto 1 oro in staffetta nel 2010, 1 argento e 2 bronzi ai mondiali. Nel suo palmarès, anche 2 ori, un argento e un bronzo agli europei.
Le 3 vittime, allievi del corso per guide alpine, erano con l’istruttore Matteo Giglio, 49 anni, l’unico a essersi miracolosamente salvato. Matteo Giglio è rimasto semisepolto, ma è riuscito a “galleggiare” sulla neve e a tirarsi fuori dopo qualche decina di metri. Subito ha cercato i suoi allievi, con l'ausilio dell'Artva, l'apparecchio per la ricerca in valanga. Una volta individuati lungo la colata di neve, a poca distanza l'uno dall'altro, si è messo a scavare con la pala per estrarli. Nessuno dava segni di vita, i volti erano già cianotici. Essendo in una zona dove non c'è segnale telefonico, Matteo Giglio ha quindi deciso di scendere: ha impiegato circa un’ora, con un solo sci e un solo bastoncino, per raggiungere un punto più a valle dove il telefono ha iniziato a funzionare e ha potuto dare l'allarme, che è stato raccolto sia in Italia sia in Francia. Quindi è stato recuperato dall’elicottero del Soccorso Alpino Valdostano. A causa del maltempo, invece, le salme sono state individuate ed estratte dalla neve il giorno dopo. La Procura di Aosta ha aperto un fascicolo sulla tragedia, affidato al pubblico ministero Giovanni Roteglia, per ricostruire cosa sia successo e accertare eventuali responsabilità.