“L’abitazione ideale? Non è né troppo lussuosa né esageratamente avveniristica. Solo autentica”
Si intitola “Originales Extraordinaires Alpines” il nuovo numero della rivista “Images - Rêves au coeur des Alpes”, in edicola da ieri, venerdì 21 giugno. «La nostra casa è il mondo, è indiscutibile in quest’era, ma esiste un ambiente in cui siamo noi stessi, la nostra mente è originaria, in cui non ci sono costrizioni, dove il nostro sé è più profondo, e questa è la nostra abitazione. - scrive la direttrice Marinella Vaula nell’editoriale della patinata pubblicazione semestrale bilingue, in italiano e in francese, che si occupa di architettura, turismo, artigianato e arte - Un involucro importante fatto di mura, tetto, finestre… ma soprattutto un contenitore capace di racchiudere legami, sentimenti ed emozioni, di rappresentare il nido a cui fare ritorno. Sono certa che lo spazio aperto dei paesaggi alpini con quella verticalità che permea le “terre alte”, suscita in noi un profondo senso di rispetto in presenza di tanta grandezza: è questo il fascino della montagna, con la sua architettura protesa a proteggere da intemperie ed eventi naturali, che possono anche essere severi, e che ha prodotto un immaginario comune di abitazioni costruite nel tempo con materiali e tecniche locali, atte a rispondere ad esigenze funzionali specifiche. Oggi la capacità progettuale non si cura più delle avversità climatiche ed ha plasmato un’architettura che, anche grazie a tecnologie costruttive che ricercano il massimo comfort, risolvono sfide abitative in contesti impensabili ottenendo risultati stupefacenti. Si costruisce meno magari, forse si recupera di più, ed a volte si sceglie di mantenere quell’immagine d’origine che richiama e riporta a quei legami profondi, incancellabili, custoditi nell’anima».
Qual è il filo conduttore del 53esimo numero di “Images”, se se ne può identificare uno?
«Il filo conduttore in realtà è invisibile ma c’è. - risponde Marinella Vaula - Ho cercato delle abitazioni un po’ speciali, vuoi per il progetto architettonico, vuoi per la storia e quindi il recupero, o anche per le soluzioni scelte per l’arredo e la decorazione».
Con quali criteri sono state selezionate le magnifiche residenze alpine “raccontate” sulla rivista?
«Il criterio di scelta in realtà è legato a una serie di alchimie che reggono l’intera stesura del timone. Evito se posso le strutture “pubbliche”, pubblico nel limite del possibile realizzazioni non ancora viste su altre riviste o peggio sui social che “tritano” immagini nella quotidianità e così “bruciano” anche progetti interessanti».
C'è un articolo a cui sei particolarmente legata e a cui consigli i lettori di prestare particolare attenzione?
«In questo numero, il 53esimo, un po’ tutti gli articoli sono meritevoli di attenzione: chiaramente essendo la mia rivista trasversale e andando in svariate direzioni direi che un professionista del settore troverà interessante la rubrica Tendenze, o la realizzazione fuori dal comune che ho fotografato a Madonna di Campiglio. I valdostani ameranno certamente il magnifico recupero di Arvier, così come chi è alla ricerca di spunti innovativi apprezzerà le varie realizzazioni che mixano sapientemente il legno più contemporaneo con carte da parati colorate».
Stai già lavorando al prossimo numero di Images? Cosa bolle in pentola?
«Sto già per iniziare l’estate dell’anno prossimo, l’inverno è praticamente pronto; questo perché cerco di seguire il filo delle stagioni per non dover pubblicare fiorellini estivi d’inverno e neve d’estate: già il clima è pazzo, almeno la mia rivista rivendico di mantenerla saldamente ancorata alle stagioni che tutti conosciamo! Cosa bolle in pentola? Mah….. varie cose: cerco sempre qualcosa che mi sorprenda, alcune volte confesso che l’ho anche trovata l’abitazione o il rifugio perfetto e questo non significa né lussuoso né esageratamente avveniristico. Solo autentico, che non è poco!».