Katya Foletto dopo Laura Ottolenghi Nuova consigliera regionale di parità

E’ l’ex sindacalista della Cgil Scuola Katya Foletto la consigliera regionale di parità designata dalla Giunta regionale. Prende il posto di Laura Ottolenghi, l'incarico durerà per tutta la legislatura del Consiglio regionale. La consigliera di parità si occupa principalmente dell’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e di non discriminazione tra donne e uomini sul posto di lavoro.

«Sono davvero soddisfatta e contenta di questa nomina e ritengo che il ruolo di consigliera di parità sia fondamentale per rimuovere le discriminazioni, rilevare le situazioni di squilibrio di genere, e promuovere la coerenza della programmazione delle politiche di sviluppo territoriale rispetto agli indirizzi comunitari, nazionali e regionali in materia di pari opportunità» afferma Katya Foletto (foto).

In Valle d'Aosta esiste un problema di misoginia? E a livello politico?

«Sicuramente come nel resto d'Italia e in gran parte del mondo esistono il patriarcato e una rappresentazione della donna sui quali bisogna agire con determinazione e continuità. Il tema della rappresentanza negli organismi decisionali pubblici e privati è da porre in primo piano così come lo è mettere al centro delle azioni le esigenze delle persone anche in relazione alle tematiche di genere. La prevenzione della violenza è poi fondamentale da portare avanti, la rete tra istituzioni, terzo settore e l'intera comunità sono essenziali per aumentare il livello di attenzione ai segnali e contrastare sin dai più giovani l'idea che si possa considerare gli altri oggetti da offendere e maltrattare a proprio piacimento senza dover subire conseguenze. In particolare, lo stalking, l'odio e la violenza effettuati con strumenti online sono da monitorare attentamente e l'educazione delle famiglie e delle scuole deve anche andare nella direzione di saperne riconoscere i segnali e denunciarli. Vanno inoltre potenziate tutte le azioni e iniziative utili a sostenere quelle persone, in genere donne e spesso con figli, vittime di maltrattamenti e violenze che necessitano di allontanarsi e riprendere a vivere. Casa, reddito temporaneo e percorso di inserimento nel mondo del lavoro sono indispensabili».

Quali iniziative intende mettere in atto?

«Proporrò certamente azioni in continuità con quanto svolto da chi mi ha preceduto, portando avanti i protocolli sottoscritti, eventualmente rivedendoli o implementandoli alla luce della situazione attuale. Promuoverò la predisposizione di alcune indagini di contesto, l'individuazione delle priorità attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico che sia luogo di incontro tra tutti i soggetti che si occupano di pari opportunità e contrasto alle discriminazioni, l'individuazione di strumenti di sostegno alla conciliazione di famiglia e lavoro».

Cosa pensa della possibilità di eleggere un adonna alla Presidenza della Repubblica?

«Penso che siamo già in estremo ritardo, in un Paese come il nostro dovremmo avere già avuto delle donne a ricoprire questo importante incarico. Anche ora, a poca distanza dal voto, i segnali sono negativi, in quanto dei “grandi elettori” nominati finora solo tre sono donne. Speravo in una maggiore sensibilità da parte delle Regioni ma così non è, non resta che confidare nel fatto che i numerosi appelli, raccolte firme, iniziative pubbliche contribuiscano a convincere coloro che voteranno che i valori, la capacità intellettuale, la garanzia di democrazia, il carisma istituzionale possono tranquillamente essere caratteristiche di una donna. Non una donna a caso, una semplice "quota rosa", un riflesso del patriarcato, come viene più volte sottolineato, ma una donna che al meglio possa rappresentare il Paese e dia un impulso prepotente al cambiamento culturale in merito all'immagine femminile e le politiche di genere».