Julie Clos e il “jardin secret” Signora di natura e memoria

Julie Clos e il “jardin secret” Signora di natura e memoria
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Julie Clos aveva una casa, un orto e una grande famiglia. Un mondo per lei che si è dedicata a loro con devozione per tutti gli anni della sua lunga vita. Era rimasta l’ultima, “Gelie”, dei figli di Louis e Maria Albina Bionaz, l’ultima di otto - Desiré, Adolphe, Alexandre, Antoine, Jean-Baptiste, Innocent e Pascasie, la sorella con la quale aveva condiviso le sue giornate e che se ne è andata a gennaio, senza poterla salutare, in isolamento in Ospedale, sola. Nata il 18 dicembre del 1928, “Gelie” portava il nome della nonna Julie Quendoz e l’inizio della pandemia le aveva regalato la nipotina Julie, figlia di Nathalie e di Michel Fragno, nata anche lei in isolamento ma al Beauregard, un segno di speranza e gioia per le anziane zie Julie e Pascasie. Invece poi l’epidemia si è presa Pascasie e per Julie la casa di Turille non è stata più la stessa, anche se nella grande cucina in tanti sono passati per esserle vicini. Lei che aveva dedicato tutta se stessa agli altri, ora ricordava attraverso i suoi occhi azzurri la vita che si era seduta a quel lungo tavolo, le voci, le risate, le canzoni, lei che non aveva mai viaggiato ma che sapeva di tutto.

Il suo orto, con le erbe della medicina popolare, era diventato un film e Julie l’interprete di una storia per lasciare agli altri un sapere un tempo di molti, ora di pochi. Il suo amato “jardin secret” costituiva il modo di rapportarsi con la natura, dimostrando quel rispetto ancestrale che non ha bisogno di slogan mirabolanti e di mode passeggere ma di tanta concretezza. Così la saggezza di Julie Clos e il suo rapporto con l’ambiente erano stati pure premiati nel 2014 dalla Giuria del Festival cinematografico del Lago d’Orta.

Per sei mesi Julie ha camminato nella grande casa da sola, si è seduta sulla panca a guardare ancora una volta il miracolo della primavera, la rinascita della terra e l’arrivo dell’estate. Ha pensato tutti i giorni alla sua grande famiglia e soprattutto ai fratelli, a cominciare da Antoine che aveva accudito per più di dieci anni. Ha patito la mancanza di Pascasie, dei loro riti giornalieri. Tutto è stato diverso, tutto è stato più vuoto, fino a quando le sue vene si sono chiuse.

Una prima operazione ha risolto un problema, la seconda invece non ha avuto successo e Julie, da donna intelligente e pratica quale era, ha capito tutto. Ha espresso un solo desiderio, quello di incontrare i suoi otto nipoti e gli otto pronipoti e di salutarli. Così è stato tra lunedì e martedì ed a tutti loro Julie Clos ha detto che era contenta di andare, perché lassù avrebbe ritrovato il suo mondo.

Nel pomeriggio di ieri, venerdì, le campane di Jovençan hanno suonato per Julie Clos e per la sua fede.

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