Jeunesse Valdôtaine, si astiene oltre il 40 per cento: i retroscena
Frédéric Piccoli, 25 anni, di Saint-Vincent è il nuovo animateur principal della Jeunesse Valdôtaine: questo il responso elettorale arrivato nella tarda serata di venerdì scorso, 22 gennaio, in occasione dell’Assemblée Générale del movimento giovanile dell’Union Valdôtaine, tenuta in modalità online. Il suo vice è Christian Jeantet, 23 anni, di Cogne.
E’ stata un’elezione tutt’altro che scontata e dalla storia parecchio complicata, con numeri che la dicono lunga su come si sia arrivati all’assemblea. Frédéric Piccoli - presidente del Consiglio comunale di Saint-Vincent - e Christian Jeantet, hanno vinto con 14 voti, mentre gli sfidanti Emile Gorret - 26 anni, consigliere comunale a Châtillon - candidato come animateur e Rossana Scapoli, 23 anni, di Quart come vice hanno ottenuto appena 6 voti, con a sorpresa un largo numero di astenuti, ben 15.
Quindi qualcosa non ha funzionato in questa consultazione, preceduta da tante voci e pure da una sorta di campagna elettorale, con programmi e proclami diffusi tra i giovani appartenenti alle diverse sezioni della Jeunesse, tra le quali La Thuile è quella con il peso «voti» maggiore, visto che esprime 7 preferenze. A spiegare cosa è successo è proprio Frédéric Piccoli: «Naturalmente sono soddisfatto per l’esito delle elezioni e devo dire che ci aspettavamo dei numeri così alti per ciò che concerne l’astensionismo. Questo perché abbiamo ammesso al voto coloro che fanno riferimento all’ex animateur principal Marco Carrel, anche se quest’ultimo ora fa parte di un altro partito, essendo stato eletto in Consiglio Valle con Pour l’Autonomie», con l’ex “leader maximo” dell’Uv, Augusto Rollandin. «Queste persone hanno preso parte all’assemblea, però - e correttamente secondo me - si sono astenute».
Chi invece non ha partecipato è lo stesso Marco Carrel, anche se pare avesse chiesto di farlo. «Non era presente - conferma Frédéric Piccoli - neanche all’assemblea e se lo fosse stato non avrebbe potuto prendere parte al voto, visto che ormai ha superato il limite d’età dei 28 anni previsto dallo Statuto della Jeunesse per farne parte».
L’alto livello di astensione non spaventa comunque il nuovo animateur Piccoli: «Abbiamo ottenuto, Christian Jeantet ed io, il 40 per cento dei voti, è vero, però il direttivo che abbiamo proposto è stato poi votato all’unanimità. Quindi secondo me non c’è da preoccuparsi dell’unità della Jeunesse.» Del nuovo Comité de Coordination per l’anno 2021 allora fanno parte anche Sylvie Hugonin come segretaria, François Béthaz, Federico Cabraz, Renée Glarey, Davide Grange, Elizabeth Pastoret e Sylvie Proment.
Con Emile Gorret e Rossana Scapoli invece erano candidati - per il Comité de Coordination - Sylvie Bonel, Aimé Dujany, Davide Grange, Nicoló Giacchetto, Gianmarco Parrella e Francesca Bieller. Sono 8 in tutto, che però hanno raccolto solo 6 voti. Come si spiega? «Eh, che 2 hanno fatto i furbi - ammette sconsolato Emile Gorret - e si sono astenuti. Perdere così dispiace, dà fastidio. Frédéric Piccoli ed io ci eravamo parlati a dicembre, sostenevo che era sbagliato dividersi. Tuttavia non siamo arrivati a un punto d’incontro. La mia proposta era una sorta di turn over alla guida della Jeunesse, condividendo un progetto. Non è andato in porto, una mano la darò comunque».
«Non volevo certo spaccare la Jeunesse Valdôtaine. - precisa Frédéric Piccoli - Non mi sarei candidato se non me l’avessero chiesto alcune persone del Comité che si è preso in carico la Jeunesse in questi ultimi mesi». Per quanto riguarda gli obiettivi del suo mandato, «E’ necessario formare una classe dirigente che rappresenti i valdostani nei diversi luoghi della vita sociale e amministrativa della regione. La nostra squadra propone un progetto di formazione culturale e politica, che non sia esclusivamente legato alla storia. Dobbiamo tornare a parlare di federalismo globale e ridare valore al territorio perché questi sono i principi della Jeunesse Valdôtaine».
«Altro punto importante - afferma concludendo Frédéric Piccoli - sarà fornire un contributo concreto per il processo di réunification del mondo autonomista anche se si tratta di un percorso che, ad oggi, non è chiaro se sarà così semplice ed immediato».