Italo Ferri, l’imprenditore che contribuì allo sviluppo edilizio della valle del Cervino
Tantissime persone - tra familiari, amici, conoscenti, ex dipendenti e collaboratori e anche assistenti della microcomunità di Antey-Saint-André - hanno partecipato mercoledì scorso, 7 giugno, ai funerali del geometra Italo Ferri, mancato lunedì all’età di 98 anni, all’Ospedale Beauregard di Aosta dove era ricoverato da alcuni giorni.
Il professionista di origini romagnole - era nato a Imola il 10 aprile del 1925 - aveva davvero costruito un pezzo di Valle d’Aosta, iniziando la sua attività nel settore edile negli anni Sessanta, in pieno boom economico. Valdostano di adozione, aveva però mantenuto il cuore romagnolo e una grande passione per il mare e la barca a vela.
L’imprenditore della valle del Cervino era arrivato nella nostra regione nel 1960 ed inizialmente aveva lavorato alle dipendenze di un’impresa di Biella che si occupava della costruzione del Rifugio Lo Stambecco, all’arrivo della funivia di Plan Maison. Il geometra Ferri si era però quasi subito messo in proprio, contribuendo con grande lungimiranza, allo sviluppo edilizio della vallata. Sua la realizzazione di almeno una quindicina di condomini ed alberghi al Breuil, Valtournenche, Antey-Saint-André, Torgnon, Saint-Vincent e Châtillon; con la sua attività aveva dato lavoro a molte famiglie della zona e con tantissimi ex dipendenti era rimasto in ottimi rapporti anche negli ultimi anni. Poi aveva pure guardato lontano e in anticipo sui tempi era approdato con la sua attività nelle isole Baleari spagnole e a Marbella, realizzando dei complessi edilizi turistici.
Nel 1961 aveva sposato Carla Ronchail di Châtillon, paese dove poi ha vissuto per tutta la sua vita, tolto un breve periodo trascorso a Valtournenche. La moglie è già mancata 12 anni fa.
Nel 1979 Italo Ferri, insieme ad alcuni amici, fu uno dei soci fondatori del Lions Club Cervino; oltre alla grande passione per il lavoro, voleva anche mettersi al servizio della sua comunità e non si tirava mai indietro quando si trattava di dare una mano a qualcuno. Negli anni Ottanta ottenne il riconoscimento intestato a Melvin Jones, onorificenza conferita dal Lions a chi si distingue per l’impegno umanitario e sociale.
Era una persona benvoluta, dal tipico carattere romagnolo, espansivo e gioviale. Fino a pochi anni fa, viveva ancora da solo a Châtillon e si spostava autonomamente in auto, soprattutto per recarsi in Emilia Romagna, dove possedeva una cascina sulle colline vicino ad Imola. Quando aveva dovuto trasferirsi alla struttura per anziani di Antey, a causa dell’avanzare dell’età, in poco tempo aveva familiarizzato con gli ospiti e da tutti era benvoluto, coccolato dal personale di assistenza. Qualche mese fa insieme a Camillo Rigollet, un altro ospite della struttura, avevano festeggiato il traguardo dei 98 anni di età. Ad Antey lo chiamavano simpaticamente “Highlander, l’ultimo immortale”, un soprannome meritato.
Lascia i figli Paolo, dipendente regionale ed istruttore di parapendio, la figlia Enrica, già presidente del Corecom Valle d’Aosta, Luciano, promotore finanziario, le nipoti Elisa Tibaldi, figlia di Enrica (con la piccola Matilde di 4 anni), e Laura Ferri, figlia di Paolo.