Italo Cerise passa il testimone: «La strada da percorrere è stata chiaramente tracciata: quella che sa coniugare conservazione e sviluppo»

Italo Cerise passa il testimone: «La strada da percorrere è stata chiaramente tracciata: quella che sa coniugare conservazione e sviluppo»
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Per Italo Cerise dopo quattordici anni vissuti nei ruoli di presidente e di commissario straordinario del Parco del Gran Paradiso è arrivato il momento del passaggio del testimone a Mauro Durbano che da pochi giorni è al timone dell’area protetta.

«Questi anni alla guida del Parco del Gran Paradiso - riferisce Italo Cerise - sono stati per me un’esperienza molto impegnativa e difficile, però anche gratificante sia per i risultati e i riconoscimenti ottenuti dal Parco, primo fra tutti l’inserimento nella Green List IUCN e il Diploma Europeo delle Aree Protette, sia per la sua percezione, sempre più positiva, da parte della comunità residente. Risultati che non sarebbe stato possibile ottenere senza l’impegno di tutto il personale tecnico, amministrativo e del nostro corpo di sorveglianza e senza la leale collaborazione degli amministratori locali. Il Parco è un ente complesso, con una struttura articolata e una pluralità di funzioni da svolgere in contesti anche molto diversi fra loro che necessita, quindi, di una forte sinergia tra tutti coloro che vi operano per poter sviluppare appieno le sue notevoli potenzialità. In questi anni ho conosciuto e mi sono confrontato con persone di grande valore, competenti e capaci che hanno supplito con la loro passione a delle carenze strutturali che, purtroppo, il Parco presenta sin dalla sua istituzione. Potenzialità che in questi ultimi vent’anni si sono pienamente manifestate sia per quanto riguarda la sua missione prioritaria che è la conservazione della biodiversità, sia per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile del suo territorio di riferimento. In particolare, vorrei sottolineare lo sforzo compiuto dal Parco per superare i momenti difficili e i conflitti con le comunità locali, vissuti negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, grazie ad una ritrovata capacità di dialogare con il territorio e di partecipare, con la sua progettualità, al processo di sviluppo delle comunità che vivono al suo interno recependone le istanze».

L’approvazione del Piano del Parco, alla cui elaborazione proprio Italo Cerise aveva lavorato come tecnico in rappresentanza degli enti locali, ha consentito di avviare e promuovere azioni concrete di valorizzazione delle eccellenze che il territorio possiede e che che hanno permesso di ottenere le prestigiose certificazioni internazionali. Tra le azioni più significative: l’istituzione dei centri visitatori, le Guide del Parco, il Marchio di Qualità Gran Paradiso, la realizzazione dei nuovi centri visita «L’uomo e i coltivi» a Campiglia Soana sul versante piemontese e «Acqua e biodiversità» (il cosiddetto «centro lontra») a Rovenaud di Valsavarenche su quello valdostano, oltre a interventi finalizzati a promuovere la mobilità sostenibile e l’efficientamento energetico degli edifici dell’Ente Parco, e anche dei Comuni nell’area protetta con particolare attenzione a quelli scolastici.

«L’ultima delle certificazioni ottenute - spiega ancora Italo Cerise - è l’adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile. Abbiamo costruito con i nostri operatori e i portatori di interesse un piano che comprende 100 azioni che impegnerà il Parco e tutti questi soggetti per i prossimi cinque anni, allo scopo di incrementare, in maniera consapevole, il turismo naturalistico nel nostro territorio. Credo che la strada da percorrere sia stata chiaramente tracciata: quella che sa coniugare conservazione e sviluppo. Il Parco deve quindi continuare a dialogare con la comunità che vive al suo interno e con la sua progettualità a promuovere le azioni necessarie per la sua crescita. È un processo virtuoso che deve proseguire con fiducia reciproca, soprattutto in un momento come questo di grandi trasformazioni nel quale le aree protette, se adeguatamente sostenute, possono operare per favorire quell’equilibrio tra uomo e natura, indispensabile ad entrambi, capace di consegnare alle generazioni future un ambiente migliore e in grado di garantire una effettiva transizione ecologica. Al nuovo presidente Mauro Durbano e al nuovo Consiglio Direttivo che lo affiancherà, auguro di riuscire a mantenere e se possibile migliorare i livelli raggiunti e di poter lavorare con successo per il bene del Parco, di chi vi lavora e di chi vive al suo interno».

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