Italo Cerise: «L’area protetta risorsa preziosa per lo sviluppo del territorio»

Italo Cerise: «L’area protetta risorsa preziosa per lo sviluppo del territorio»
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Scadrà mercoledì prossimo, 14 settembre, il mandato di Italo Cerise che dal 2011 ricopre la carica di presidente dell’Ente Parco Gran Paradiso. Italo Cerise non potrà assumere nuovamente questo incarico perché la normativa stabilisce un limite di 2 mandati. Il suo successore verrà nominato dal Ministro dell’Ambiente.

«Ho vissuto un’avventura - afferma con una punta di commozione Italo Cerise - che lascia in me un arricchimento professionale e umano straordinario. Ho avuto l’opportunità di conoscere le attività e uomini e donne, in particolare i guardaparco, che mettono nel loro lavoro a favore della conservazione e della comunità tantissima passione. Ho avuto la possibilità di confrontare la nostra realtà con realtà di altre aree protette presenti in Italia e in Europa. Ed è anche questo il motivo che mi fa dire oggi di essere grato dell’opportunità a me data sia dai ministri Stefania Prestigiacomo e Gianluca Galletti, sia dagli allora presidenti della nostra Regione Augusto Rollandin e del Piemonte Sergio Chiamparino, che mi hanno scelto e designato alla guida dell’area protetta più antica del nostro Paese».

Italo Cerise, classe 1953, di Brissogne, laureatosi nel 1979 a Padova in Scienze forestali, ha preso in mano le redini dell’Ente parco nel mese di aprile del 2011, nominato commissario straordinario quando a lasciare fu Giovanni Picco. Poi è arrivata la prima nomina di presidente del Parco per il periodo 2011-2016. Fino ad allora nessun valdostano aveva ricoperto tale carica. Carica ricoperta per la seconda volta, dal 2016 al 2021, con proroga di un anno fino a mercoledì prossimo. A Italo Cerise è riconosciuta esperienza e professionalità nei settori della difesa del suolo, della tutela dell’ambiente e della pianificazione territoriale. Molti sono i progetti che portano la sua firma tra cui la redazione per diversi comuni valdostani della cartografia delle aree boscate, la stesura di studi di impatto ambientale su molti progetti e su piani ai sensi della normativa regionale in materia di Valutazione di impatto ambientale (Via), il Catasto dei bacini idrografici della Valle d’Aosta.

«Non posso nascondere la mia soddisfazione - dichiara Italo Cerise, il cui mandato di presidente era in realtà già scaduto nel mese di luglio 2021, poi prorogato per via dell’allineamento con la scadenza del Consiglio di Amministrazione dell’Ente - del lavoro fatto fino a oggi. Ma non dimentico che ho lavorato a fianco di uomini e donne straordinari. Grazie anche a loro il Parco in questi anni ha raggiunto obiettivi importanti tra cui il rinnovo, tutt’altro che scontato, dell’inserimento del Parco nella Green List dell’Unione internazionale per la conservazione della natura. Sono solo 60, su 250mila le aree protette nel mondo che possono vantare di farne parte. Essere riusciti a confermare la nostra presenza per la terza volta, la prima nel 2014 e la seconda nel 2017, in questa lista mi rende orgoglioso, perché è stato raggiunto un risultato importante, frutto del lavoro collettivo svolto con professionalità e competenza da tutto il personale amministrativo, tecnico e del Corpo di Sorveglianza. Ma sono tanti altri gli obiettivi raggiunti in questi anni di mia presidenza quali, per fare alcuni esempi, l’approvazione del Piano del Parco (è lo strumento di pianificazione territoriale finalizzato ad assicurare la protezione della natura e dei valori storici e culturali del parco, ndr) e l’avvio del Piano di azione della Carta europea del turismo sostenibile e degli interventi previsti dai bandi parchi per il clima del Ministero della transizione ecologica. Il rammarico maggiore, invece, resta legato al fatto che ancora non è stato possibile arrivare alla riorganizzazione dell’Ente che se fosse al massimo della sua dotazione organizzazione potrebbe essere ancora più efficiente. Non va però dimenticato che l’Ente Parco, in questi anni, ha veramente ricoperto un ruolo positivo per quanto riguarda lo sviluppo socio-economico del territorio di riferimento e ha dimostrato una nuova ritrovata capacità di dialogo e comunicazione che gli ha consentito di superare le incomprensioni e i contrasti del passato. Questo processo è stato favorito dalla pianificazione territoriale. Abbiamo anche creato il nostro marchio di qualità che oggi ha un centinaio di operatori valdostani e piemontesi della ristorazione, della ricettività alberghiera, B&B, produttori di prodotti tipici, come miele e formaggi, e artigiani. Altro elemento importante che voglio ricordare sono stati i finanziamenti ottenuti attraverso i bandi per il clima e che sono stati dati ai Comuni per l’efficientamento energetico di edifici pubblici con particolare riferimento alle scuole del territorio e agli immobili comunali. In questi ultimi 3 anni abbiamo distribuito sul territorio quasi 12 milioni di euro e, quindi, finanziato anche la mobilità sostenibile».

Il rapporto del Parco con le comunità locali è cambiato e oggi il Parco nazionale Gran Paradiso è considerato un valore aggiunto del territorio e non solo un dispensatore di vincoli.

«Il riconoscimento del ruolo positivo che il Parco può giocare per lo sviluppo del suo territorio è ormai indiscutibile. - conclude Italo Cerise - Però, bisogna che il Parco continui a dialogare con il suo territorio di riferimento e a concordare con tutti gli altri soggetti proposti alla gestione, delle attività condivise che vadano sempre nell’ottica di migliorare e sviluppare il territorio. Questa è l’unica strada da percorrere se vogliamo fare si che un parco funzioni bene: leale collaborazione e dialogo continuo. È in questa direzione che bisogna continuare, senza mai trascurare la conservazione e la ricerca che sono le attività primarie del Parco».

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