Istituto Storico: resta il nodo del contributo dalla Regione
Dopo avere incassato il distacco di Vilma Villot, grazie ad una precisa presa di posizione del presidente della Regione Renzo Testolin che, nei fatti, ha scavalcato il suo assessore competente Jean-Pierre Guichardaz, l’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea ha tuttavia voluto rimarcare come la soluzione adottata «sia da considerarsi di ripiego e comunque transitoria». Ciò anche perché Vilma Villot, pur operando presso l’Istituto nella nuova sede di via Piave, non potrà però ricevere l’incarico di direttore, ma dovrà limitarsi a coordinare le attività relative all’80esimo anniversario della Resistenza.
In ogni caso «per senso di responsabilità, il Consiglio direttivo ha deciso di sospendere le proprie dimissioni in attesa che venga confermato il contributo annuale, non inferiore a quello degli ultimi anni e venga fissata la data di avvio della concertazione che dovrà consentire di definire per il futuro un più chiaro quadro di relazioni tra la Regione e l’Istituto nel reciproco interesse e nel reciproco rispetto istituzionale». Le dimissioni infatti erano state annunciate dopo il rifiuto dell’assessore al Sistema educativo Jean Pierre Guichardaz di accogliere la richiesta per il distacco di Vilma Villot, insegnante elementare, in quanto non motivata da un progetto.
Una decisione che aveva scatenato la dura risposta del Consiglio dell’Istituto, accompagnata dall’annuncio delle dimissioni, qualora la situazione non avesse trovato una soluzione entro il mese di settembre, dimissioni quindi rientrate dopo lo stesso Jean Pierre Guichardaz ha firmato martedì 29 agosto il decreto per il distacco di Vilma Villot non all’Istituto ma bensì alla Presidenza della Regione, che nei fatti poi le permetterà di lavorare presso l’Istituto storico.
Un modo di operare che avrebbe potuto generare dei conflitti all’interno della stessa Giunta regionale, visto che in pratica il presidente Testolin ha sconfessato l’assessore Guichardaz, invece nulla è successo.
Ora sul piatto rimane la questione del contributo annuale (circa 70mila euro) necessario per il funzionamento istituzionale dell’ Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea, previsto da un’apposita normativa, ma da quanto appreso versato sempre con parecchi mesi di ritardo, tanto da creare dei problemi gestionali. Un primo incontro dovrebbe essere già fissato nel mese di settembre, con l’obiettivo di addivenire ad una revisione dell’attuale legge che regola appunto i rapporti tra le Regione e l’Istituto.