Issogne piange il sindaco Luciano Morelli
Se ne è andato dopo sole tre settimane di malattia Luciano Morelli, classe 1938, storico sindaco di Issogne. Era stato primo cittadino del paese per 3 legislature, dal 1995 al 2010. E’ mancato domenica scorsa, 18 agosto, all’ospedale “Parini”. Aveva festeggiato gli 86 anni domenica 14 luglio scorso, circondato dall’affetto dei famigliari: una semplice festa in casa con la moglie Irma Jacquin, la figlia Rosella che lavora al Poliambulatorio di Donnas, il figlio Bruno e l’amata nipote Stephanie, che aveva seguito per tanti con l’amore di un padre fin dalla nascita. Direttore di banca in pensione - aveva lavorato alla Crt -, Luciano Morelli era un uomo dal carattere mite, tranquillo ma sempre disponibile con tutti, aveva la capacità di saper sdrammatizzare e trovare un compromesso, doti che aveva trasmesso sia nella vita pubblica, in Comune, che nell’ambiente familiare. Una volta concluso l’impegno pubblico, si era dedicato con amore alla sua famiglia, in particolare alla nipote Stephanie con cui aveva stabilito un rapporto particolare da nonno-padre. Molto commovente il ricordo del sindaco Patrick Thuegaz durante i funerali celebrati martedì nella chiesa di Saint-Solutor a Fleuran. «Luciano ha dato tanto per la nostra comunità e in 15 anni ha realizzato molto di quanto oggi vediamo attorno a noi. - ha detto Patrick Thuegaz - La sua amministrazione è stata quella che ha dato ad Issogne spazi di cui ancora oggi usufruiamo: il salone polivalente, il parco giochi, dove prima c’era un ammasso di rifiuti, il Municipio con la sua splendida sala consiliare, l’edificio del centro anziani, tante opere sulle sorgenti, la centralina idroelettrica. Senza dimenticare che ha affrontato l’alluvione del 2000 e in quell’occasione il rapporto con i Vigili del Fuoco si è fatto stretto e ha portato alla costruzione della nuova caserma. “Me fan vignìn mat”: per coloro che lo hanno conosciuto a fondo, questa sua frase era quasi un leitmotiv che ripeteva spesso, ad indicare le difficoltà del mandato, ma anche a dare un segno forte, tangibile, della volontà di non mollare e di portare avanti la sua visione per cambiare Issogne. Mi piace ricordare quei tempi nei quali, forse, ero anch’io tra quelli che lo facevano “vignìn mat”, quando quasi quotidianamente passavo da lui per qualche richiesta per una associazione o per l’altra. E lui ha sempre ascoltato e ha sempre spiegato i motivi dei no o dei sì, non c’era spazio per il “non so, vediamo”. Molto spesso ha aperto i suoi progetti, le sue idee e mi illustrava quando avrebbe voluto fare. Anzi, quanto ha fatto. Ancora oggi, sulla scrivania che fu sua, sono presenti quei progetti che al termine del suo terzo mandato non è riuscito a completare, per semplice mancanza di tempo: la riqualificazione della piazza di Issogne, la ristrutturazione dell’edificio scolastico, alcuni collegamenti di nuove sorgenti, tutti progetti che ora diventano molto utili per ripartire da basi molto solide».