Investimento milionario della Cva nella ex Tecdis Idrogeno e rinnovabili, a Châtillon il nuovo polo

Investimento milionario della Cva nella ex Tecdis Idrogeno e rinnovabili, a Châtillon il nuovo polo
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E’ un primo tassello di un progetto che trasformerà Châtillon nel paese delle energie rinnovabili. In Regione come in Cva le bocche sono cucite e per ora per l’appunto si conosce solamente la prima parte degli interventi che riconvertiranno totalmente l’area dell’ex Tecdis a monte della stazione ferroviaria del paese e a pochi metri dall’attuale sede della Compagnia Valdostana delle Acque.

L’assessore allo Sviluppo economico Luigi Bertschy è ancora vago ma si capisce che un’idea è ben presente: “Negli obiettivi di mandato delle politiche industriali vi è il rilancio di zone ed immobili improduttivi da molto tempo”. “Dopo il recupero di un’area industriale di Pont-Saint-Martin - evidenzia Luigi Bertschy - inutilizzata da più di 15 anni, dove a novembre verrà inaugurata la nuova sede della Podium Engineering, è logico guardare con altrettanto interesse agli spazi un tempo occupati dalla Tecdis.”

D’altronde un’area del genere - attualmente di proprietà di Vallée d’Aoste Structure - è sotto gli occhi dei dirigenti di Cva e sembra proprio che sia stata scelta per qualcosa di grande, tanto che si parla di un investimento di parecchie decine di milioni di euro.

Il primo passo è la realizzazione, nella parte più a nord dello spazio, al confine con le palazzine dell’École hôtelière, di un impianto di produzione di idrogeno rinnovabile, finanziato all’interno del PNRR con 8 milioni e 695mila euro. La progettazione è in fase avanzata perché tutto dovrà essere completato entro giugno 2026. Si tratta di una struttura complessa, connessa direttamente a un impianto fotovoltaico, a un sistema di accumulo elettrochimico e collegato a distanza da un impianto eolico, nella fattispecie quello sulle alture di Saint-Denis, al quale rispetto alle 3 pale attuali ne verrà aggiunta una quarta. Questo perché il bando per concedere i finanziamenti a fondo perso prevedeva che la realizzazione delle nuove fonti di energia rinnovabile fossero entro i 30 chilometri dell’impianto.

Nella fattispecie la nuova struttura una volta in funzione potrà produrre fino a 140 tonnellate di idrogeno all’anno, a sufficienza per soddisfare anche in prospettiva le esigenze del trasporto pubblico regionale e dei futuri mezzi alimentati appunto a idrogeno.

Con questo impianto, che non richiederà la costruzione di capannoni appositi, la Cva continua la sua politica premiante nelle energie rinnovabili e proprio questa impostazione aziendale così precisa potrebbe portare alla nascita di un polo, nell’ex area Tecdis, che non produca solamente ma che sia anche un luogo di studio, di scambio di esperienze, di coinvolgimento degli istituti di ricerca. Voci che si rincorrono e che indicano nei prossimi mesi l’intenzione della Compagnia Valdostana delle Acque di acquistare la proprietà dell’intera area da Vallée d’Aoste Structure per progettare e costruire direttamente qualcosa di importante, molto importante. Probabilmente una nuova sede, addirittura un museo sulla storia dell’energia e dell’idroelettrico in Valle d’Aosta, poi luoghi per la ricerca, per anticipare il futuro con un polo delle energie rinnovabili che ponga la nostra regione all’avanguardia.

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