Introd, piovono pietre sulla strada del consorzio di miglioramento fondiario

Introd, piovono pietre sulla strada del consorzio di miglioramento fondiario
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L'ex consigliere regionale e membro del direttivo del consorzio di miglioramento fondiario Ru de Ponton di Introd, Roberto Luboz, denuncia il silenzio da parte della Regione sulle mancate risposte ai numerosi solleciti che il consorzio stesso nel tempo ha presentato in merito alla caduta massi su un tratto della strada poderale che porta all'opera di presa del canale irriguo gestito dal consorzio. «Magari non andrà sempre bene - afferma Roberto Luboz - né al sottoscritto, né a chi subentrerà nella mansione di pulizia delle vasche dissabbiartici dell'impianto. La problematica della caduta massi su un tratto di strada poderale, ben oltre la zona oggetto di prossimo intervento per la somma vicina al milione di euro, è noto a ogni livello, così come la possibile, definitiva soluzione, prospettata da anni attraverso un ambizioso progetto di delocalizzazione delle prese irrigue e il coinvolgimento del Comune di Introd, della Regione e di Cva».

«Il silenzio, tuttavia, amaramente permane, finché andrà sempre tutto bene» afferma Roberto Luboz, che aggiunge: «Si tratta di una presa irrigua che è attiva fin dai tempi del Medioevo. Nel corso dei secoli, in quella zona, pietre e pietroni sono sempre scesi, solamente che la società di oggi, tutela giustamente più gli individui che il territorio stesso, se proprio vogliamo usare una metafora. Nello specifico allo stato attuale va posto un rimedio definitivo. Ad oggi, vi è un divieto di transito su quella strada poderale dal 2011. L'allora e attuale sindaco di Introd, Vittorio Anglesio, a seguito di una importante caduta massi, aveva chiuso quella strada, la cui percorrenza è però necessaria a coloro che devono andare a fare manutenzione all'opera di presa, almeno una volta alla settimana, a proprio rischio e pericolo. Il problema di fondo - aggiunge Roberto Luboz - è che non c'è una soluzione, chiamiamola ragionevole, perché ci troviamo sotto una parete di roccia di almeno 500 metri in altezza per oltre 1 chilometro di lunghezza senza considerare la pista forestale di Sarral - Porta Ponton, che per certi aspetti presenta ancora maggiori rischi e sotto la quale scorre in gran parte il canale che scende dalla presa irrigua superiore, proprio in località Sarral nel Comune di Rhêmes-Saint- Georges. In questo contesto - prosegue Roberto Luboz - ci saranno sempre fenomeni di caduta massi. Come Consorzio Ru de Ponton, 2 anni fa, avevamo prospettato una soluzione definitiva che prevedeva la delocalizzazione delle nostre opere di presa derivando i quantitativi di propria spettanza dal bacino di carico di Champagne 1, posto in località Soressamont, con un utilizzo congiunto dell'opera di presa di Cva nel comune di Rhêmes-Saint-Georges. Attraverso apposita condotta del ponte-canale utilizzabile anche a scopo turistico a beneficio dell'intera comunità e dei visitatori, il quantitativo idrico derivato potrà quindi essere immesso nuovamente nell'attuale canale irriguo, a valle della zona interessata dal dissesto, con una diminuzione dei costi manutentivi e un azzeramento dei rischi idrogeologici che oggi compromettono seriamente la fruizione delle infrastrutture di presa del consorzio».

Sulla questione vi sono già stati degli incontri con la Cva, ad aprile del 2022, presente l'attuale presidente della Regione Renzo Testolin così come il suo predecessore Erik Lavevaz. «Ma purtroppo tutto tace. La Regione ha messo in opera un progetto di 741mila euro per la messa in sicurezza di una parte limitata di questa ampia zona instabile, tutto questo altro non rappresenta che un palliativo e non la soluzione logica e definitiva che da tempo aspettiamo e auspichiamo».

Il progetto di massima, relativo alla delocalizzazione delle opere di presa, è stato messo a punto dal consorzio di miglioramento fondiario Ru de Ponton insieme all'azienda Fratelli Ronc di Introd e all'ingegnere Sandro Pariset.

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