«Inquinamento elettromagnetico: un pericolo che non deve essere sottovalutato»
Recentemente, sul vostro giornale, è apparsa una lettera costruttiva a firma di Giovanni D’Aniello, ingegnere e docente di Elettronica dell’Istituto Tecnico Industriale Cartesio di Cinisello Balsamo. Si riferiva all’opportunità data agli studenti della classe 4F di partecipare alla visita didattica all’Arpa della Valle d’Aosta. Con grande interesse i ragazzi hanno seguito le prove di misurazione dell’inquinamento elettromagnetico delle antenne del 5G e della qualità dell’aria. Questi studenti saranno dei futuri progettisti del progresso tecnologico, ma dovranno anche imparare a cercare la corretta informazione, soprattutto allo scopo di difendere il diritto alla salute dei cittadini. Il progresso delle nuove tecnologie non va d’accoro con il delicatissimo funzionamento elettrico del corpo umano. Occorre valutare bene le situazioni per fare in modo che non succeda quanto è accaduto alla nostra casa, che è stata racchiusa da due flussi magnetici di due elettrodotti di alta tensione, un 220 KW e un 132 KW, con frequenze di oscillazioni diverse, con il potenziale verso casa e verso terra, con un’angolazione di 90 gradi, con due reattive diverse, con la radiazione solare che penetra nel campo magnetico artificiale. Questa situazione particolare ci ha trasformato da persone sane in persone con problemi di salute. Su consiglio di un medico, docente universitario, abbandonammo la casa perché ci disse che era il migliore medicinale. In seguito, ci dichiararono ipersensibili alle onde elettromagnetiche, dopo la visita di un medico inviato dal Ministero della Salute di Roma. Altri due medici confermarono la stessa diagnosi. Quale prezzo deve pagare una famiglia valdostana che è alla ricerca di un dialogo? Facciamo notare che prima della costruzione del secondo elettrodotto, segnalammo ai politici, alle istituzioni regionali e ai costruttori dell’elettrodotto nel Comune di Hône, i possibili danni che questo intervento ci avrebbe arrecato. Ci fu anche una relazione dell’Arpa che suggeriva di migliorare il tracciato, allontanandolo dalla casa. Nelle varie riunioni difendevamo il diritto alla salute, ma ci accusarono di fare dell’allarmismo ingiustificato e della strumentalizzazione politica, definendoci una famiglia di mitomani. Facciamo presente che la Commissione europea, nel 1994, emanava un principio di precauzione per non costruire elettrodotti vicino alle case. Anche la Costituzione italiana difende il diritto alla salute. Vorremmo ricordare che nel 2002, 36mila medici, ricercatori e scienziati hanno firmato l’appello di Friburgo, sottolineando la preoccupazione per la salute pubblica a causa dell’inquinamento elettromagnetico. In 22 anni di battaglie, senza risultati, abbiamo raccolto molta documentazione, italiana ed europea sull’argomento. Se qualcuno fosse interessato, siamo disponibili a inviarla.