Iniziata la costruzione del bivacco futurista dedicato a Claudio Brédy, aprirà a settembre
Giovedì scorso, 26 agosto, il ricordo dei famigliari e dei tanti amici è andato alla tragica scomparsa di Claudio Brédy, avvenuta esattamente quattro anni prima a Cogne e la cui ricorrenza verrà celebrata con una Messa nella chiesa di Gignod domani, domenica 29, alle 11. In questi giorni comunque un pensiero positivo accompagna i tristi ricordi. Il bivacco che gli verrà intitolato è in corso di costruzione e entro la fine di settembre verrà posato in un luogo spettacolare, a lui molto caro. Si tratta dei laghi di Dziule, a poco più di 2.500 metri di quota, nel vallone di Vertosan ad Avise, uno spicchio di Valle d’Aosta di proprietà della sua famiglia che ha voluto, con l’aiuto di numerosi amici, concretizzare un’idea che ricorderà la grande passione di Claudio Brédy per la montagna.
Tutto è iniziato ufficialmente sabato 22 giugno del 2019, con la visita sui luoghi degli studenti - ventiquattro - partecipanti al master in "Architettura per il paesaggio" dell'Università di Bologna, accompagnati dall’aostano Roberto Dini, docente del Politecnico di Torino e coinvolto nell’iniziativa da Carlo Perruquet e Sandro Sapia. “Dopo quel primo sopralluogo ai laghi di Ziule - racconta l’architetto Sandro Sapia, già presidente dell’Ordine valdostano - abbiamo creato un vero e proprio bando riservato agli allievi del master di Bologna, che hanno risposto con delle idee veramente interessanti, tanto da rendere non facile la scelta del vincitore.”
Ad aggiudicarsi il concorso è stato un team composto da tre giovani architetti, un team che per la sua composizione sarebbe piaciuto molto a Claudio Brédy, grande viaggiatore ed amante delle tante culture del Mondo. Si tratta di Chiara Tessarollo, svizzera del Canton Ticino, di Skye Sturm - che lavora a Inverness in Scozia e che è originaria dell’Alaska - e di Facundo Arboit Diez, argentino e ora collaboratore di uno studio di Oslo in Norvegia.
“E’ stata un’occasione per sperimentare soluzioni che sappiano dare una risposta alla sfida del costruire in condizioni estreme. La scelta - spiega Chiara Tessarollo - è ricaduta su una struttura cosiddetta a cannocchiale, cui si aggiunge una particolarità: il "corpo" del bivacco si dilata verso sud per generare un'ampia vetrata. Questa vetrata inquadra il Gran Paradiso. Abbiamo voluto portare questa vista all'interno del bivacco perché rappresenta gli ultimi giorni di Claudio Brédy, che fu vittima di un incidente proprio a Cogne”.
“Questa apertura verso il paesaggio è amplificata entrando nello spazio interno” aggiunge Skye Sturm. Dall'ingresso, posto a nord, si accede al bivacco oltrepassando una piccola bussola, poi lo spazio si amplia per effetto della forma impressa alla struttura: andando verso la grande vetrata il pavimento digrada e il tetto si piega verso l'alto. Lo sguardo si apre così in direzione del Gran Paradiso.
Come richiesto dal bando, la struttura deve poter essere rimossa senza incidere in modo impattante sul paesaggio. Da qui l'attenzione alle fondazioni e lo sforzo per minimizzare al massimo l'impronta al suolo. “Le fondazioni che abbiamo studiato sono degli appoggi e sono collegate da barre di acciaio che vanno in profondità nella roccia. È come se il bivacco fosse adagiato su questi piedini. Nel caso si decidesse di togliere la struttura si vedrebbero solo dei piccoli fori che si potrebbero poi chiudere facilmente”, aggiunge Chiara Tessarollo.
“Il bivacco dedicato a Claudio Brédy - riferisce Facundo Arboit - non solo è un'architettura funzionale, di montagna, ma l'abbiamo pensata come gesto di architettura di memoria. Abbiamo voluto tradurre in segno l'idea del vuoto lasciato dalla sua scomparsa”. Il riferimento è alla realizzazione, all'esterno, di uno spazio protetto dalla roccia e dal corpo del bivacco. È possibile dunque sostare al di sotto della struttura, come in una sorta di nicchia. “Abbiamo pensato di creare una sorta di dimensione meditativa. - precisa Chiara Tessarollo - È uno spazio inusuale per un bivacco, ha un valore contemplativo ed ancora una volta vuole ricordare Claudio Brédy che era solito soffermarsi ad osservare le montagne.”
All’interno del bivacco, ogni arredo risponde ai movimenti delle persone per ottenere la massima funzionalità in uno spazio minimo, che mette comunque in primo piano l'accoglienza. “Per ottimizzare gli interni, invece di pensare lo spazio in due dimensioni, come solitamente si tende a fare quando si progetta funzionalmente un edificio, abbiamo deciso - sottolinea Facundo Arboit Diez - di considerare lo spazio tridimensionale come un fattore importante. Era necessario che il bivacco si trasformasse completamente in uno spazio notturno, ma era altrettanto importante avere uno spazio diurno ben pensato, ben studiato. Così ci siamo lasciati ispirare dall'essenzialità della montagna. Abbiamo lavorato per minimizzare tutte le dimensioni. L'essenzialità è stato il punto di partenza.” “Abbiamo considerato il bivacco - aggiunge Skye Sturm - come un riparo non solo per gli alpinisti, creando anche uno spazio fruibile da una famiglia, da un gruppo di amici, con l'idea di aprire la montagna a tutti.”
“Abbiamo scelto una struttura in legno di abete strutturale, centinata con elementi in acciaio, in modo da suddividere il bivacco in tre moduli trasportabili in elicottero. Questi saranno dunque assemblati in quota. Soprattutto abbiamo scelto come rivestimento interno un compensato in betulla, così da dare la sensazione di essere all'interno del legno. Per l'esterno è stato individuato un rivestimento di alluminio termolaccato molto leggero e durevole nel tempo.” spiega Chiara Tessarollo.
Ad occuparsi della realizzazione dei tre moduli è Luca Frutaz della Chenevier di Charvensod, che ha condiviso con sensibilità il progetto, come hanno fatto pure il Comune di Avise, che ha predisposto una variante al piano regolatore, e la Soprintendenza regionale per i Beni culturali che ha rilasciato le diverse autorizzazioni. L’inaugurazione del bivacco dedicato a Claudio Brédy è prevista indicativamente nella seconda metà del prossimo mese di settembre.