Indignata smoke free

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Mercoledì scorso è stata la Giornata mondiale senza tabacco.

In un ambiente in cui abbiamo già problemi gravi come inquinamento e cambiamento climatico, non ci dovrebbe volere molto ad eliminare almeno il problema fumo. Eppure…

E’ stata anche lanciata un’iniziativa con l’obiettivo di raccogliere 1 milione di firme a livello europeo entro il 15 gennaio 2024, proprio allo scopo di vietare la vendita di tabacco e di prodotti a base di nicotina a partire dai cittadini europei nati dopo il primo gennaio 2010.

Sembra un progetto stravagante e irrealizzabile, che è già realtà in Nuova Zelanda, il primo Paese ad avere approvato una legge a tutela dei più giovani, vietando la vendita delle sigarette a tutti i nati dopo il 2009.

Sono molte le campagne di sensibilizzazione che si sono susseguite, anche perché il fumo è la seconda causa di morte nel mondo, facendo più 8 milioni di vittime l’anno. In Italia è in crescita il consumo di sigarette tra le donne (5,8 milioni sono le fumatrici) e le ragazze. Pure i dati sui consumi delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato non bruciato continuano ad aumentare, purtroppo sempre tra i giovanissimi.

Per salvare le nuove generazioni e contrastare i danni ambientali causati dal fumo, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori-LILT ha aderito alla petizione dell’Unione Europea partita ad inizio 2023, con l’obiettivo di creare la prima generazione smoke free entro il 2030.

Liberare dal tabacco i giovani è un obiettivo anche culturale, oltre che sanitario, a cui dovremmo aderire tutti, andando oltre il divieto della vendita, che come sappiamo in Italia sortisce l’effetto di scatenare la creatività anti-divieto.

Sono proprio le nuove generazioni, quelle che chiedono più responsabilità nella raccolta differenziata, nella gestione delle emissioni nocive e nella produzione di energia pulita, che devono farsi carico di questa trasmissione culturale, questa volta non in maniera transgenerazionale (ben venga che un 50 enne smetta di fumare), con un’operazione diretta di coerenza e lealtà verso sé stessi.

Sarebbe un vero e proprio fallimento vivere in mancanza di coerenza con la salvaguardia di sé stessi e del pianeta, il che non significa rigidità, ma in questo caso perseguimento di un obiettivo comune.

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