Inclusione, musica e prodotti a chilometro zero La nuova vita del Rifugio Bonze di Donnas

Inclusione, musica e prodotti a chilometro zero La nuova vita del Rifugio Bonze di Donnas
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Nel 2019 l’agricoltore di Romano Canavese Gianni Cresta e sua moglie Silvia Bertoldo avevano chiuso dopo 5 anni di gestione le porte del Rifugio Bonze, a 1.860 metri di quota, nel territorio comunale di Donnas. La struttura - dotata complessivamente di 49 posti letto e aperta dal 2014 - da allora non ha più accolto visitatori. Prima è arrivato il Covid, poi una serie di bandi deserti. Il bell’edificio - rinnovato dall’Amministrazione comunale attraverso importanti lavori di recupero di un vecchio alpeggio costati 826mila euro, di cui 428mila finanziati da un contributo regionale - rischiava di rimanere inutilizzato. Quest’estate, invece, tornerà a vivere. Ad aver risposto al bando del Comune è stata la cooperativa sociale Exeat di Chieri, in provincia di Torino, che è guidata dal presidente Matteo Castella e che già si occupa, proprio a Chieri, della gestione dell’apprezzato ristorante sociale Ex Mattatoio. Tra gli obiettivi della cooperativa figura anche l’inserimento lavorativo di ragazzi con disabilità, alcuni dei quali saranno coinvolti nel progetto che riguarda il Rifugio Bonze. Il contratto è di 6 anni.

«Siamo al lavoro per aprire nei fine settimana di giugno e poi tutti i giorni a luglio e ad agosto e di nuovo nei fine settimana a settembre» conferma Mosè Morsut, originario di Trieste ma residente a Chieri, che si occuperà in prima persona della gestione del Bonze insieme a Paolo Picci, 40enne torinese, che da 6 anni lavora in montagna in un centro estivo a Pietraporzio, ama i trekking e arrampicare e sarà anche lui alla prima esperienza di gestione diretta di un rifugio. «Il primo anno sarà una sorta di test, dobbiamo ambientarci e capire le potenzialità della struttura. - prosegue Mosè Morsut - La cooperativa Exeat conduce il progetto Hubbuffate, nato per valorizzare le aziende che praticano agricoltura sociale, e anche al Rifugio Bonze abbiamo intenzione di valorizzare i prodotti locali con una cucina semplice e genuina. Inoltre intendiamo proporre alcuni eventi musicali: sicuramente a Ferragosto e poi per l’inaugurazione ufficiale che proporremo all’inizio di luglio, in una data ancora da definire con certezza».

Mosè Morsut in effetti è proprio un musicista, per la precisione un chitarrista. Nel 2019 ha percorso in solitaria a piedi tutto l’arco alpino lungo il Sentiero Italia del Cai, barattando concerti con vitto e alloggio: 91 tappe e 91 concerti. «Da lì è nata l’idea di provare a gestire un rifugio. - racconta - Siamo amanti della vita semplice, dei rapporti interpersonali e soprattutto della montagna. Il Rifugio Bonze non è certo tra i più conosciuti in Valle d’Aosta ma questo può essere un aspetto anche positivo: è in un luogo raggiungibile solo attraverso un bellissimo sentiero, in prossimità di vette agevoli, in cui si può fare un’esperienza di montagna autentica. Io credo abbia grandi potenzialità».

Intanto, per avviare l’attività, i nuovi gestori hanno intenzione di lanciare a partire da lunedì 22 maggio un “crowdfunding” sul sito Eppela, in cui i sostenitori potranno acquistare gadget del rifugio e anche prenotare pasti e pernottamenti. «Così facendo le persone ci aiuteranno a sostenere le prime spese di gestione e a “portare in quota” un progetto di rifugio basato sull'inclusione sociale e ambientale con prodotti a chilometro zero e inserimenti lavorativi di persone svantaggiate. - conclude Mosè Morsut - Invitiamo tutti a seguirci sui nostri profili social dove aggiorneremo sulle novità in programma».

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