Incidenti mortali in montagna Altre due vittime in tre giorni
Il fine settimana in montagna si è trasformato in tragedia con un escursionista cuneese di 49 anni, Davide Giletta, travolto e ucciso da una valanga. Nel primo pomeriggio di domenica scorsa, 30 maggio, l’uomo era con un’amica per un’uscita con i ramponi. Mentre stavano rientrando al rifugio Nacamuli al Col Collon, a 2.700 metri di quota nella Valpelline, dove avevano pernottato, si è staccata una slavina con un fronte di un centinaio di metri che è scesa per circa 50 metri travolgendo l’uomo che è rimasto sotto un paio di metri di neve. La donna lo ha individuato con l’Artva, ha provato a scavare, ma la compattezza della massa nevosa ha reso impossibile il suo tentativo di soccorso. Non le è rimasto altro da fare che cercare una zona di copertura del telefono, scendendo per quasi 2 ore, e dare l’allarme.
Sul posto, attorno alle 15.45, è arrivato l’elicottero con i tecnici del Soccorso Alpino Valdostano, i militari della Guardia di Finanza e le unità cinofile a bordo per le ricerche. Estratto il corpo, per Davide Giletta non c’era purtroppo più nulla da fare. La salma è stata portata ad Aosta. Nel frattempo, i finanzieri hanno raccolto la testimonianza dell’escursionista illesa.
I due erano saliti sabato 29 al Rifugio Nacamuli. Attorno all’1.30 si erano messi in marcia, superando il Col Collon, diretti ai 3.716 metri dell’Evêque, cima in territorio svizzero. Sono giunti in vetta attorno alle 9 di domenica. Avevano programmato di tornare al rifugio attorno alle 12, ma probabilmente la stanchezza e il manto nevoso meno solido rispetto all’andata li hanno rallentati. Ormai giunti nei pressi del Nacamuli è caduta la valanga. La donna è riuscita a restare ai margini della slavina e perciò a evitare di essere sepolta dalla neve. Purtroppo non è stato così per Davide Giletta che ha perso la vita in un’escursione che desiderava fare da tanto tempo. I funerali sono stati celebrati mercoledì 2 giugno nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Vignolo,
Addio a Flavio MigliavaccaLe esequie di Flavio Migliavacca, 32 anni, deceduto venerdì 28 maggio in un tragico incidente sul Monte Rosa, si sono invece tenute giovedì 3 giugno nella chiesa della Madonna Pellegrina di Novara. L’uomo, grande esperto di montagna che si era trasferito in Valle d’Aosta da qualche tempo, aveva festeggiato il compleanno la notte prima alla Capanna Marinelli. Flavio Migliavacca si trovava con un amico lungo la via Brioschi, sul Monte Rosa, nella zona di Macugnaga. Dopo la salita alla Punta Nordend, i 2 stavano scendendo con lo snowboard, quando, intorno alle 11, Migliavacca è precipitato per oltre 1.000 metri in un punto in cui si stava probabilmente calando con una corda, alla base del lenzuolo di neve sotto la cima. L’amico, un 37enne torinese, ha assistito alla scena e ha dato l’allarme. Il corpo stato rinvenuto e recuperato alcune ore dopo. Si trovava, parzialmente sepolto, sotto un accumulo di neve, intorno a quota 2.800 metri. Forte snowboarder, Flavio Migliavacca documentava e proponeva le sue uscite sul blog “Effetto Albedo”. Tra le imprese che aveva affrontato in Valle d’Aosta con la tavola, il “Mito della Caverna”, nuova via di discesa del canale ovest della Becca Etresenda, nel febbraio 2020. E’ invece di mercoledì 26 maggio una serie di fotografie, pubblicate sul suo profilo, di un’escursione scialpinistica alla testa di Valnontey, sopra Cogne. «Ce la ricorderemo e penseremo sempre a voi Sandro e Alfre», scriveva Flavio Migliavacca, in un affettuoso pensiero ai freerider Alessandro Letey di Aosta e Alfredo Canavari di Saint-Pierre uccisi giovedì 20 maggio da una massa di neve enorme precipitata lungo la parete Nord del Col dell'Aiguille Verte di Argentière, sul versante francese del Monte Bianco.