Incentivo alla salvaguardia

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Chi vive in montagna sa che la natura è una questione seria.

Ma chiunque, anche il più sprovveduto turista, ormai sa, che app e internet non bastano a prevedere un clima ormai impazzito a causa dei danni inferti dall’uomo stesso.

Mettere in pericolo se stessi con una scalata, un’escursione, un’arrampicata o anche solo una passeggiata rappresenta un grave atto di incoscienza, non solo verso la sicurezza propria e dei propri compagni di avventura, ma anche verso i soccorritori che metteranno in pericolo le proprie vite nel tentativo di aiutare.

Ogni evento ha la sua storia, ma verificare l’arrivo di una perturbazione, dei tempi per eventuali imprevisti, dell’attrezzatura da possedere, sono calcoli obbligatori.

Se dovesse mancare visibilità o esserci troppo vento per gli elicotteri, o pericolo di caduta valanghe, si metterebbe a rischio la vita dei soccorritori stessi, che nel tentativo di arrivare proveranno ogni strada.

La natura è affascinante e sfidante e la montagna rappresenta di sicuro una delle mete più energiche e vitali che si possano vedere; anche per questo, da qualche anno, a causa del surriscaldamento del pianeta, molti turisti hanno iniziato a preferire i monti freschi al mare torrido. Questo ha implicato che perfino neofiti sei monti si siano avvicinati alle cime.

Forse andrebbero fatti dei corsi di avvicinamento alla montagna, perché la prudenza e il rispetto fanno parte integrante dell’amore per la montagna.

E mentre noi corriamo rischi, nemmeno ci occupiamo di quelli che corre la natura stessa, come ci racconta Mauro Corona ‘La natura sta correndo un grosso rischio. Il rischio di piegarsi su se stessa e morire avvelenata come un fiore annaffiato da varechina. L'acido dell'inquinamento, dello sfruttamento, della superproduzione, del consumismo ad oltranza, della conquista dell'inutile, sta intossicando il pianeta. Cercare di opporsi al disastro che si profila è compito di tutti.’

Perciò il minimo che possiamo fare, per la sensibilizzazione di tutti, è adeguarci a ciò che si fa già in medicina per salvaguardare i presidi di urgenza: chi entra in un pronto soccorso, infatti, ed è invece un codice verde, si pagherà la cura. Allo stesso modo chi chiede un soccorso e, una volta in salvo faccia appurare avventatezza, inadeguatezza e scelte sconsiderate, dovrà pagarsi il soccorso. Un incentivo per la salvaguardia di se stessi, dei soccorritori e della montagna stessa.

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