Inaugurato con un concerto l’anno accademico del Conservatorio della Valle d’Aosta

Inaugurato con un concerto l’anno accademico del Conservatorio della Valle d’Aosta
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L’inaugurazione dell’anno accademico 2022- 2023 del Conservatoire de la Vallée d’Aoste, sabato 3 dicembre all’Auditorium Callisto Alliod ad Aosta, è stata l’occasione per un bilancio dell'attività svolta. Gli scambi con l’estero nell’ambito del programma europeo Erasmus hanno toccato le città francesi di Strasburgo, Clermont-Ferrand e Lione. Fra i 230 iscritti si contano allievi ucraini, che hanno scelto Aosta per proseguire gli studi al riparo dalla guerra che sta devastando il loro Paese, e aumentano quelli cinesi. A riferire sull’attività del Conservatorio dopo la revoca delle restrizioni per la pandemia di Covid sono stati la presidente del Consiglio d’amministrazione, e già sovraintendente agli studi, Giovanna Sampietro, la direttrice Marinella Tarenghi e l’assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri. L’emergenza sanitaria è stata una fase difficile anche per la musica tanto che la scuola ha attivato un servizio di consulenza psicologica e tornare a suonare dal vivo è stato un momento liberatorio. La sera dell’inaugurazione si sono esibiti l’orchestra guidata da Stéphanie Praduroux e 3 solisti: il soprano Christel Marcoz, Michele Mauro al violino e Lorenzo Titolo Duchini alla viola. Nei giorni in cui Regione e Comune di Pont-Saint-Martin hanno trovato un accordo per la nuova sede del Conservatoire in bassa Valle, torna anche il discorso annoso dell’identità della scuola di musica. «Il Conservatorio è come l'Università della Valle d’Aosta - ha osservato l’assessore Luciano Caveri nel suo intervento - nel senso che non sono statali e non sono privati, ma sono istituti regionali e questo crea dei problemi che stiamo cercando di risolvere. Ritengo che lo Stato dovrebbe accompagnare di più sia la nostra Università che il nostro Conservatorio. Spendiamo una cifra cospicua: il tra il 12 e il 15 per cento del bilancio regionale va nel settore dell'Istruzione, un “peso” positivo che altrove viene sostenuto dallo Stato. La speranza è di avere un ambiente in cui ci sia un ascolto reciproco, perché sulla cultura e sull'istruzione non bisogna risparmiare a costo di tirare la cinghia in altri settori».

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