In Valle d’Aosta è stato vaccinato il 62,7 per cento della popolazione

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In Valle d'Aosta sono stati rilevati 2 nuovi casi positivi al Covid-19 nelle ultime 24 ore. Tredici i guariti. Il numero dei contagiati attuali scende a 82, di cui 2 ricoverati all'Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta e 80 in isolamento domiciliare. E' quanto si legge nel bollettino quotidiano di ieri, venerdì 10 settembre, della Regione Valle d'Aosta in base ai dati dell'Usl. I morti dall'inizio della pandemia sono 473.

Gimbe: in Valle d’Aosta

vaccinato il 62,7 per cento

Secondo quanto riportato nel monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, relativo al periodo compreso tra il mercoledì 1° e martedì 7 settembre, in Valle d'Aosta il 62,7 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale per il Covid-19 (media nazionale 65,9 per cento) a cui si deve aggiungere un ulteriore 6 per cento (7,3 per cento) che ha ricevuto solo la prima dose.

La percentuale di over 50 che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 15,5 per cento (11,6 per cento), la popolazione tra i 12 e i 19 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 43,6 per cento (36,8 percento ).

Riguardo alla situazione del contagio nella nostra regione, secondo Gimbe «Si registra una performance in miglioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (78) e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-24,2 per cento) rispetto alla settimana precedente. Sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19».

Disposizione ai medici:

«Solo interviste autorizzate»
Intanto si arroventa la polemica su una lettera firmata dal commissario Massimo Uberti l'Usl della Valle d'Aosta e inviata ai dirigenti medici per regolare i rapporti con gli organi di informazione. «Le richieste di interviste, di partecipazione a trasmissioni televisive o radiofoniche, di collegamenti con organi di informazione online nonché qualsiasi dichiarazione a mezzo stampa - si legge - devono essere autorizzate preventivamente dalla Direzione aziendale. Il professionista dovrà indicare la testata giornalistica, il giorno dell'intervista e l'argomento su cui verterà l'intervista. Il professionista dovrà attenersi strettamente al tema dell'intervista». L'iniziativa è stata adottata «In seguito al crescente numero di interviste richieste dagli organi di informazione e rilevato il fatto che più volte la Direzione strategica non è al corrente delle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti, dell'oggetto e del contenuto delle interviste», rammentando che «La gestione dei rapporti con i mezzi di informazione è affidata all'Ufficio stampa».Fratelli d’Italia: «Non succede nemmeno a Kabul»

In merito a tali disposizioni una critica severa giunge da Fratelli d'Italia che commenta: «Forse neanche a Kabul oggi un neo commissario Usl scriverebbe in tempo di Covid una lettera perentoria con la quale “invita” i medici dipendenti a non rilasciare interviste alla stampa non previamente concordate con la Direzione. Succede in Valle d’Aosta. L'ordine dei giornalisti che dice?».

«Procedura in vigore

oltre un decennio»
Pronta la risposta dell'Usl della Valle d'Aosta che, in merito alla lettera inviata dal Commissario al personale sanitario relativamente ai rapporti con gli organi di informazione, precisa: «E' con stupore che apprendiamo di una polemica in merito ad una procedura per la comunicazione aziendale in vigore da oltre un decennio. Infatti, nella nota inviata ai Direttori delle strutture complesse e semplici aziendali lunedì 23 agosto si rimanda chiaramente alle precedenti comunicazioni del 2010 e 2014 sullo stesso argomento».

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