In Valle d’Aosta sono presenti 10 branchi di lupi Nel 2023 predati 30 bovini, 32 pecore e 4 capre

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«In seguito all'ultimo monitoraggio, risulterebbero 10 branchi presenti nel territorio regionale, un numero comunque significativo. Il lupo ferito, avvistato nella zona di Arvier, è stato catturato dagli agenti del Corpo forestale e dai veterinari convenzionati con il Centro recupero animali selvatici nel mese di marzo 2022. Trasportato al Cras, è stato curato e dotato di un collare con sensore Gps e il 25 marzo è stato liberato nella stessa area. L'utilizzo del collare ha permesso di rilevare che, da marzo a luglio 2022, il lupo si è spostato lungo l'asse della Valgrisenche, salendo poi in quota. L'invio dei dati si è interrotto nel mese di settembre dello stesso anno e si è provveduto a ricercare il segnale del dispositivo attraverso un sistema radio di emergenza, purtroppo senza esito». Lo ha detto mercoledì scorso, 7 febbraio, in Consiglio Valle, l'assessore regionale alle Risorse naturali Marco Carrel, rispondendo a un'interpellanza sulla presenza del lupo in Valle d'Aosta del consigliere Christian Ganis della Lega. «Per quanto riguarda gli attacchi al mondo agricolo, le predazioni nel 2023 sono state 38, la maggior parte avvenute in allevamenti totalmente privi di misure di prevenzione, per un totale di 66 capi tra cui 32 ovini, 4 caprini e 30 bovini» ha aggiunto Marco Carrel.

«Si tratta - ha commentato Christian Ganis - di una situazione che dipende in gran parte dalla normativa europea. Tuttavia, un progetto importante come Wolfalps non ha risolto il problema e la presenza del lupo sul nostro territorio è aumentata. Le regioni dell'Arco alpino non possono stare a guardare ma devono rispondere concretamente. Rileviamo che sul nostro territorio, in alcuni casi, i capi predati sono in diminuzione a dimostrazione della bontà degli interventi realizzati che però non sono stati risolutivi. Occorre agire sulla gestione del lupo con un piano d'azione specifico prendendo spunto anche da quanto è già praticato in Francia per tutelare il mondo agricolo e quello faunistico venatorio».

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