In pensione Anna Montrosset, storica direttrice della Maison des Anciens Remèdes di Jovençan
Anna Montrosset, presidente del Centre d'études “Les Anciens Remèdes” e direttrice dell’omonima Maison di Jovençan, da giovedì prossimo, 1° settembre, potrà godersi la meritata pensione. Una persona che ha saputo farsi conoscere in Valle d’Aosta, ma anche fuori dai confini regionali, per la sua competenza e professionalità nell’aver coordinato le varie attività e iniziative di questa istituzione, primo centro di studio e di ricerca in Italia per l'attualizzazione delle conoscenze relative alle piante officinali e ai rimedi di un tempo. La Maison - anche grazie al suo lavoro di questi anni - è diventata un punto di riferimento per quanti siano interessati a questo vasto settore che suscita un continuo crescente interesse.
Dopo la maturità scientifica conseguita ad Aosta, Anna Montrosset si è laureata in Matematica all’Università degli Studi di Torino e successivamente ha insegnato per 25 anni matematica e fisica all'Istituto Manzetti e al Liceo Scientifico tecnologico - ora Liceo delle Scienze applicate - entrambi di Aosta. A fine 2010 è arrivata la svolta che avrebbe mutato il suo percorso professionale.
“Ho scoperto una nuova passione”
«Venni contattata per occuparmi dei progetti didattici della “Maison des Anciens Remèdes”, all'epoca già pronta per l'apertura. - racconta Anna Montrosset - Non accettai subito quella proposta perché mi ero resa conto di non avere una formazione specifica sulle piante officinali. Il fatto però di aver sempre lavorato nel mondo della didattica, di avere una formazione scientifica e di essere cresciuta in un ambiente impregnato di tradizioni di cui facevano parte, grazie alla nonna paterna, anche quelle legate agli antichi rimedi, mi spinse infine ad intraprendere questa avventura. Allora pensavo che si sarebbe conclusa nel giro di 2 anni e che sarei poi tornata all’insegnamento della matematica che credevo essere la mia principale passione. Al contrario, ne stavo invece scoprendo un'altra, quella che mi ha spinto a restare per ben 11 anni alla Maison des Anciens Remèdes. A febbraio 2011 nacque anche il Centre d'études Les Anciens Remèdes, di cui divenni la Presidente e al quale il Comune di Jovençan diede in gestione l’omonima Maison che, dopo la sua inaugurazione nel febbraio 2011, venne aperta al pubblico in modo permanente il 1° settembre di quello stesso anno. Da allora tantissimi visitatori, compatibilmente con le dimensioni della struttura, sono passati tra le sue mura, pubblico adulto di ogni età, bambini e scolaresche. Numerosi progetti di visita nelle nostre 3 lingue - italiano, francese e patois - sono stati messi a punto negli anni e il coinvolgimento, soprattutto emotivo, che quasi tutti i visitatori hanno dimostrato al termine del loro percorso di visita è stato sempre per me fonte di grandissima soddisfazione».
Dalle erbe officinali a secret e rabeilleur
«Quando nel 2011 arrivai alla Maison, la sua offerta era già ricchissima, oserei dire completa riguardo ai contenuti legati alle piante officinali, presentati tra l'altro in modo molto accattivante. - prosegue Anna Montrosset - Questo grazie a fondi europei, al sostegno delle Amministrazioni comunale e regionale e al grandissimo lavoro fatto dall'allora Comitato Scientifico, nonché da un gruppo di lavoro composto da neolaureati, guidati dal suddetto Comitato, entusiasti e competenti, che hanno permeato le mura della Maison della freschezza delle loro idee. Negli anni ho implementato questi contenuti raccontando gli antichi rimedi a 360 gradi, cercando di mantenere sempre il giusto equilibrio tra rigore scientifico e tradizione popolare. Sono così entrati nella Maison i secret, i rabeilleur, le preghiere di intercessione e le processioni, così come i volti e le voci di uomini e donne che ancora oggi praticano gli antichi rimedi».
La nascita del Jardin des Anciens Remèdes
«Lo scopo della Maison fu ed è di raccontare, per far sì che un immenso patrimonio immateriale continui a vivere. - chiarisce Anna Montrosset - Con lo stesso obiettivo è nato il Jardin des Anciens Remèdes, giardino etno-botanico in cui crescono erbe, fiori, ortaggi e piante officinali, presenti un tempo negli orti valdostani. Un giardino che racconta la loro storia e quella delle persone che nei secoli le hanno curate e utilizzate. Anche gli anni di chiusura forzata a causa della pandemia sono stati produttivi. In quel periodo, il “Centre d'études Les Anciens Remèdes”, insieme all'Association Valdôtaine des Archives Sonores, ha infatti pubblicato uno dei libri ai quali sono più legata perché ha reso omaggio a soeur Martine, una grande donna valdostana che ha dedicato la sua vita alla cura del corpo e dell'anima delle tante persone che ricorrevano a lei e sulla quale niente ancora era stato scritto».
“Ho avuto la fortuna di incontrare persone speciali”
«Guardando indietro a tutto il lavoro fatto in questi 11 anni, tengo a sottolineare che non ho fatto tutto questo da sola...anzi! - dice ancora Anna Montrosset - Tantissimi sono coloro che hanno reso la Maison quella che è oggi! Io mi sono limitata essenzialmente a fare incontrare le persone e a cercare quelle giuste per questo o quel progetto. Questa è stata la parte in assoluto più bella del mio lavoro; ho avuto la fortuna di incontrare persone speciali, a partire dai protagonisti dei “video ritratti”, dai quali ho veramente imparato tanto. Ho lavorato con gente altamente qualificata nel proprio campo e dotata di grande sensibilità che esprimeva secondo la propria personalità. La Maison è inoltre il frutto del lavoro di tutte le ragazze che mi hanno accolta nel 2011, in quanto parte del progetto iniziale della Maison, o che sono entrate negli anni a far parte della sua squadra, portandone avanti lo spirito. Mentre parlo ho in mente tantissimi nomi, tanti incontri speciali, tante emozioni. Volutamente non ne cito nessuno per paura di dimenticare e fare immeritatamente torto a qualcuno».
“Il rammarico di un futuro incerto per la Maison”
«La Maison ha vissuto fino ad ora grazie anche al sostegno delle Amministrazioni regionali e comunali. - ricorda Anna Montrosset - Colgo ora l’occasione per ringraziare tutto il personale degli uffici di tali Amministrazioni con il quale mi sono relazionata e che negli anni mi ha guidata e supportata. Dal 1° settembre io andrò in pensione, sto quindi per lasciare il mio lavoro alla Maison. Con un piccolo rammarico però. Al momento, non si conoscono ancora con certezza quali ne saranno le sorti. L'Amministrazione regionale non ha infatti ritenuto opportuno o possibile distaccare un insegnante al mio posto. Se, come ho capito, la via del distacco non è più praticabile, mi resta l'amarezza di pensare che non tutto sia stato fatto per trovare una soluzione alternativa. Ora, il gruppo di ragazze che, come ho detto, negli anni mi ha affiancata offrendomi la propria esperienza nei diversi ambiti d'interesse della Maison (erboristico, etnografico, botanico, antropologico, didattico eccetera) sta tentando, con l’entusiasmo di sempre, di fare il possibile per assicurare un futuro alla Maison e al Jardin, anche se il tutto risulta molto complesso perché la vita di una struttura di questo tipo difficilmente può prescindere dalla presenza di una persona che la gestisca e ne coordini tutte le attività. Ricordo che la Maison e il suo giardino etnobotanico, unico nel suo genere in Valle d'Aosta, hanno contribuito e continuano a contribuire alla riscoperta e alla conservazione di un aspetto particolarmente ricco della cultura valdostana».
«La Maison prima, il Jardin dopo, sono attori fondamentali nel campo della ricerca etnografica ed etnobotanica e sono diventati, negli anni, veri e propri centri di memoria restituita, profondamente legati al nostro territorio. - conclude Anna Montrosset - Questi sono i motivi principali per cui le 2 realtà sono ormai da considerarsi un punto di riferimento non solo per i bambini e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, i cui insegnanti hanno ripreso a prenotare visite e laboratori didattici dopo la sospensione forzata dei 2 anni di pandemia, ma anche per tanti appassionati del settore e per quella tipologia di turista che cerca di scoprire il "volto" autentico di una regione visitandone i luoghi che percepisce come rappresentativi della sua cultura. Mi auguro con tutto il cuore che il lavoro e gli sforzi compiuti in questi anni, non siano stati vani e che la Maison des Anciens Remèdes - eletta dai visitatori Centro di eccellenza per la competenza, l’amore e la passione con cui si racconta la memoria che custodisce - possa continuare a svolgere la sua missione negli anni a venire».